Italia, qui “Julia”- FOTO Good morning Herat

Tutto ha avuto inizio allo scoccare della mezzanotte di un 31 dicembre non qualunque, quando per salutare il nuovo millennio, nello splendido e suggestivo scenario di Piazza del Popolo in Roma, brindai con i miei nuovi colleghi di lavoro.
Con quel brindisi iniziava ufficialmente la mia avventura, quella di una giovane neo laureata con l’ambizione di diventare giornalista e a cui capitò la fortuna di cominciare proprio con una delle maggiori radio nazionali, oggi indiscutibilmente la numero uno per ascolti.
Avevo due sogni da realizzare nella mia vita, quello di indossare una divisa o, in alternativa, quello di fare la giornalista. Oggi posso dire che si sono avverati entrambi.
Da piccola mi divertivo ad immaginare di intervistare personaggi famosi o presentare trasmissioni di intrattenimento; la ‘chiacchiera’ per chi mi conosce bene non mi è mai mancata ed il giornalismo poteva diventare una buona valvola di sfogo. La divisa? Dicono che il primo amore di una donna è il padre, e con un padre militare probabilmente non potevo non avere questo desiderio.
Ma facciamo un passo indietro ed andiamo per ordine.
Iniziava nel 2000 la mia collaborazione con RTL 102.5, ed era per me davvero una grande occasione imparare questo mestiere in una radio di livello nazionale, che già allora faceva tremare emittenti all’epoca più conosciute e sul mercato da più tempo. I primi momenti passati in redazione mi guardavo intorno spaesata, attratta da questo nuovo mondo, con una grande tenacia e voglia di apprendere. Alternavo momenti in cui restavo in silenzio per captare e acquisire ogni cosa, a momenti in cui con spacconagine ero pronta a lanciarmi e proporre dei miei pezzi da leggere al microfono. Per chi fa questo lavoro parlare in un microfono con la lieve consapevolezza che dall’altra parte in tanti possano sentirti, diventa a lungo andare una sorta di dipendenza da soddisfare.
La vita poi è fatta di coincidenze e proprio in quel periodo nasceva la ormai storica collaborazione tra la nota emittente lombarda e l’Esercito Italiano. RTL usava dei suoi spazi per far arrivare le dediche dei soldati nel loro Paese. Francesco Perilli accoglieva nel suo “Protagonisti” le voci dai Balcani, per conoscere le attività svolte nell’allora territorio serbo e dare l’occasione per alleggerire quella che è stata una missione impegnativa e provante sotto molti aspetti. Fu così possibile rendere ancora più solidale la gente in ascolto con i suoi militari, condividendone le emozioni. A volte si replicava l’esperimento la domenica mattina, quando Andrea Pamparana, attualmente vicedirettore del TG5, trasmetteva dagli studi di Roma la rubrica l’"Indignato speciale". Spesso io ero lì in redazione, in un angolo, ed ogni tanto davo una mano per selezionare gli interventi da mandare in onda.
Se mi è concesso parlare ancora di fato ed altre coincidenze, tra tutte le voci che si sono alternate in quegli anni, una mi è rimasta particolarmente impressa. Era il 2004, lo ricordo perché è stato un anno particolare professionalmente parlando, e un autorevole contributo di un ufficiale della Brigata alpina "Julia" mi colpì per l’impeto e la passione con cui parlò dell’impegno dei nostri soldati all’estero. La stessa Brigata che il 28° reggimento “Pavia” di Pesaro, il mio reggimento di appartenenza ed unità dell’Esercito deputata alle Comunicazioni Operative nei vari teatri in cui sono impiegate le Forze Armate italiane, ha il compito di supportare nelle sue numerose attività nel corso dell’operazione “ISAF”, in questo 2013.
Qualcuno quindi probabilmente ha ragione quando sostiene che tutto è scritto, che a volte seppur per vie difficoltose si giunge comunque ad uno stesso punto. Non so dire a quale punto sia arrivata, so solo di aver avuto spesso la sensazione di aver sbagliato strada o di averne presa una troppo lunga, fatto sta che ora sono qui, in Afghanistan, per il secondo anno consecutivo.
La mia passione per la radio continua, ho avuto la possibilità di mettere a disposizione dell’Esercito la mia professionalità, in una contaminazione tra due diverse realtà che oramai sono divenute una sola per me, onorata di essere stata investita del grado di Tenente della Riserva Selezionata.
Da RTL 102.5 a Radio Bayan West.
Radio BAYAN West è una radio a servizio della popolazione afghana, in questo contesto è il media principale, ma non l’unico, che ISAF ed RC West utilizzano per far comprendere alla popolazione civile l’opera di ricostruzione materiale e sociale che i contingenti militari e le legittime autorità governative afghane stanno svolgendo nel Paese.
Arian, Mehry, Haroon, Hamed ogni mattina mi propongono le loro idee, sulle quali ci confrontiamo per decidere cosa sia opportuno mandare in onda. Loro sono per me lo strumento per comprendere meglio questo Paese che ci ospita e le sue dinamiche.
Nel rispetto di questa realtà che ci circonda fuori dalla base, la programmazione di Radio Bayan spazia su vari contenuti, cerca di non tralasciare nulla. Dalla Politica, economia, salute, nuove tecnologie allo sport, cultura fino ad arrivare all’universo femminile, un argomento ostico, quasi a parte, che richiederebbe più spazio, ma siamo testimoni di come ci sia stata negli ultimi tempi una rivalsa ed un riscatto sociale.
La direzione artistica e tecnica della radio è affidata a personale militare italiano tratto dal 28° reggimento “Pavia”. Il ruolo di Direttore editoriale spetta a me come ad altri ufficiali della Riserva Selezionata.
La prima volta mi sono avvicinata a queste persone quasi in punta di piedi, quasi spaventata dalle differenze culturali, mi è stata data l’occasione di tornare e rendermi ancora più conto che questo interscambio non può far altro che arricchirti anzitutto come individuo successivamente da un punto di vista professionale.
Quando uno dei giornalisti afgani a fine giornata passa nel mio ufficio e mi saluta con un “ Tenente see you tomorrow. Thanks” , allora penso che ci sarà un domani in cui troverò io il modo per ringraziare loro di quello che mi stanno regalando.
*tenente ufficiale della Riserva Selezionata
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