Jeep sabotata e minacce al re degli orsi FOTO 1 - 2 / VIDEO

Tarvisio: al consigliere comunale e ricercatore Molinari svitati i bulloni delle ruote e inviata una lettera con una cartuccia

TARVISIO. Una cartuccia contenuta in una busta e una lettera zeppa di insulti e minacce di morte. Il destinatario di questi messaggi intimidatori è Paolo Molinari, consigliere comunale oltre che uno dei re degli orsi, essendo ricercatore. «Martedì, al mio rientro a casa, a Oltreacqua – racconta – ho ritirato la posta trovando una busta, senza mittente, il cui contenuto mi ha sorpreso e lasciato senza parole». Poche righe scritte a mano, in uno stampatello maiuscolo stentato, piene di insulti rivolti a lui e alla sua famiglia (Molinari è sposato e padre di tre figli).

«Un messaggio chiaro e inequivocabile, degno della mafia», commenta Molinari, che non si è fatto intimorire e ha presentato denuncia ai carabinieri. Non si tratta però di un fatto isolato. Non molto tempo fa i bulloni delle ruote della jeep del consigliere comunale sono stati allentati, e così il mezzo è finito fuori strada. Fortunatamente l’incidente è avvenuto su un percorso forestale, dove l’andatura era piuttosto bassa, e le conseguenze sono state minime. Anche in quell’occasione Molinari ha presentato una denuncia contro ignoti.

Dopo aver ricevuto la pallottola però, la preoccupazione è cresciuta, così come gli interrogativi e le supposizioni nella testa di Molinari, che oltre a sedere tra i banchi della maggioranza (Pdl) in consiglio comunale, è consigliere del cda di Promotur (fino al 15 luglio) e componente dimissionario del direttivo della Riserva di caccia di Tarvisio-Malborghetto.

«Occuparsi di ambiente, gestione e conservazione della fauna sembra un lavoro tranquillo, evidentemente a Tarvisio non è così – commenta Molinari –. Ho fiducia nelle forze dell’ordine e nel fatto che la persona o le persone responsabili di questi gesti intimidatori saranno individuate al più presto, grazie anche alle analisi del Ris di Parma».

Molinari, oltre a ricoprire incarichi di nomina politica, è un ricercatore faunistico, tra i protagonisti del progetto Lince Italia, grazie al quale, qualche settimana fa, è stato possibile catturare un orso nel Tarvisiano.

«Non so se i due atti intimidatori siano legati tra loro – aggiunge il ricercatore – ma è certo che nascono da un clima ostile che si è creato nell’area del Tarvisiano, peraltro non solo nei miei confronti, ma verso coloro che si sono esposti pubblicamente come il sottoscritto, facendo scelte di tipo tecnico senza farsi prendere dall’onda di facili consensi. I miei impegni e la mia etica professionale impongono prese di posizione tecniche e non soggettive o populistiche».

L’ostilità a cui Molinari fa riferimento è duplice, e si riferisce da un lato al clima venutosi a creare nella frazione di Oltreacqua in seguito alle voci di una massiccia cementificazione (poi evitata dall’amministrazione comunale) della Piana di Sant’Antonio, dall’altro alle tensioni emerse nel direttivo della riserva di caccia. A fare propendere i sospetti sull’ambito venatorio è il tipo di cartuccia ritrovata da Molinari, utilizzata dai fucili da caccia.

«Al di là dello sconcerto per gli atti intimidatori – continua il consigliere comunale – mi preoccupo per la violenza verbale indirizzata alla mia famiglia, che non c’entra assolutamente nulla con il mio lavoro e con il mio impegno nel pubblico e nel sociale».

Pieno sostegno a Molinari è stato espresso dal sindaco Renato Carlantoni: «Le intimidazioni sono iniziate dopo che Molinari ha iniziato a ricoprire la carica elettiva. Da parte nostra c’è piena condanna verso gesti di questo tipo».

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