«Jesse, 52 milioni di evasione fiscale»

L’Agenzia delle entrate ha presentato il “conto” dopo la scoperta della contabilità parallela del mobilificio

SACILE. Nascondevano il denaro in un caveau “segreto”, e l’Agenzia delle entrate ha calcolato che alla fine sono spariti ben 52 milioni di euro. L’avviso di chiusura indagini per evasione è stato recapitato nei giorni scorsi ad Alessandro Jesse, titolare della “Jesse”, leader nel distretto del mobile, di Francenigo.

L’imprenditore sacilese si è affidato agli avvocati Anna D’Agostino del foro di Pordenone e Antonio Franchini del foro di Venezia. A prendere le difese della Jesse era sceso in campo lo studio di commercialisti Mesirca, che ne gestiva gli affari e le proprietà: «Nei rilievi mossi dalla Guardia di finanza, ci sono diversi aspetti di criticità che porteranno a un ridimensionamento notevole di tutta la contestazione, già in sede precontenziosa».

Indagato per una frode fiscale milionaria, anche l’imprenditore Mario Zaccariotto, titolare dell’omonima azienda di Gaiarine, si avvia verso il processo. Il procuratore reggente titolare del fascicolo Giovanni Francesco Cicero ha annunciato la chiusura delle indagini: secondo la ricostruzione degli inquirenti si tratterebbe di oltre 19 milioni di imponibile non dichiarato, al quale si andrebbe ad aggiungere l’evasione dell’Iva per un totale di altri 4 milioni di euro.

In pratica secondo gli inquirenti il buco complessivo all’erario si aggirerebbe intorno ai 23 milioni di euro.

Il caso Jesse ha fatto scalpore per la modalità in cui veniva nascosto il “nero”: i registri contabili erano occultati in un caveau altamente tecnologico, dove si trovavano 5 casseforti zeppe di documenti e denaro contante.

Un archivio gestito da personale dedicato, scoperto grazie ad un militare della guardia di Finanza che aveva adocchiato il cavo di una “ciabatta” sospetto, senza spine collegate che conduceva dritto alla stanza segreta. Su una delle casseforti c’era una luce rossa collegata all’ingresso dell’azienda. In caso di visita a sorpresa da parte della Guardia di finanza, la persona all’ingresso avrebbe dovuto dare l’allarme a chi si trovava all’interno del caveau, in modo tale da nascondere il contante e i documenti contabili.

Alla Mario Zaccariotto Spa di Gaiarine la guardia di Finanza aveva invece trovato un nascondiglio più rudimentale. Era stato scoperto che un appendiabiti, posizionato dietro ad una scrivania, serviva solamente come falsa parete per nascondere un buco nel muro. Qui c’erano due cassetti con all’interno contanti e documenti contabili.

La procura trevigiana contesta all’imprenditore di non aver dichiarato oltre 19 milioni di euro dal 2005 al 2010: 3,53 milioni nel 2005, 3,79 nel 2006, 3,78 nel 2007, 2,94 nel 2008, 2,7 nel 2009, 2,4 milioni nel 2010. La Zaccariotto di Gaiarine è nata nel 1958: da piccola azienda familiare divenne un riferimento per Gaiarine, dando lavoro a sei generazioni di veneto friulani.

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