Killer di gatti a Tavagnacco: avvelenati con l’antigelo

TAVAGNACCO. Killer di gatti. Determinati, freddi, indifferenti. Tre vittime a Feletto in meno di una settimana.
Lo stesso modus operandi, crudele, e al momento smascherare il responsabile (o i responsabili) appare un’impresa. Perché hanno pensato bene di usare il liquido antigelo per il radiatore delle auto. Inodore, insapore e che mescolato al cibo per animali diventa il veleno perfetto: non provoca la morte immediata, ma crea una serie di dolorosi problemi che lasciano senza scampo. Prima il vomito, poi dolori addominali, fino all'insufficienza renale.
Cleo, la gatta di Rita Bergamo, residente in via Giulio Cesare a Feletto, è morta lunedì, avvelenata in questo modo. Il problema è che non è un caso isolato. «Stava male da qualche ora, così l’abbiamo portata in clinica. In serata però i suoi reni erano già compromessi al 70% – dice Rita Bergamo –: il veterinario dagli esami del sangue ha ricondotto le cause della morte proprio al liquido antigelo».
Cleo, che era solita dormire in casa, «è uscita per sbaglio e non è rientrata. È andata in giro e il giorno dopo ha cominciato ad avere problemi». Un vicino che non ama gli animali, secondo la signora, ha colpito. Sembra che nel quartiere la compagnia dei felini non sia gradita. «È il terzo gatto che muore in pochi giorni – rimarca – e lo stesso s’era verificato in autunno: altri tre avvelenamenti».
Di uno dei gatti morti è in corso l’autopsia per verificare se anche in quel caso è stato il liquido antigelo a causare il decesso.
Rita Bergamo ha contattato gli agenti della Polizia municipale che, dopo alcune verifiche, hanno anche fatto un sopralluogo nella vicina via Galilei, rifugio di alcune colonie feline.
«Ci sono molti randagi e non sono sterilizzati, è vero, ma questa non può essere una scusa per liberarsene con metodi così poco ortodossi – prosegue la signora –. Il mio vicino ha contattato l’Ente nazionale protezione animali: avvertiremo chi possiede animali di fare attenzione».
La paura è che chi ha fatto tutto questo resti impunito. «I sospetti non bastano, indagheremo per cercare elementi di prova. Poi si procederà di conseguenza – dice il comandante dei vigili, Mauro Floreancig –. E sarà fatto il censimento della colonia di randagi».
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