La banca svaluta le azioni: 200 friulani non ci stanno

Federconsumatori fa partire le richieste di risarcimento alla Popolare di Vicenza. Il presidente udinese Ferrari: c’è chi ha perso 20 o 30 mila euro in poche ore

UDINE. Nell’arco di poche ore hanno perso decine di migliaia di euro. Risparmi che avevano investito in azioni della Banca popolare di Vicenza. Sono duecento i risparmiatori friulani che si sono rivolti allo sportello udinese di Federconsumatori in seguito alla decisione del consiglio di amministrazione dell’istituto di credito berico di svalutare le azioni del 23,2 per cento. Alcuni avevano investito qualche decina di migliaia di euro, altri cento mila euro e più, ma i titoli che avevano comprato sono improvvisamente scesi di 14,50 euro.

A mobilitarsi in seguito alla pioggia di segnalazioni è stata Federconsumatori. «È stato il presidente Gianni Zonin a comunicare ai soci durante un’infuocata assemblea che le azioni sarebbero scese da 62,50 a 48 euro – sintetizza il presidente dell’associazione di consumatori di Udine Wanni Ferrari – ed è evidente che si tratta di un problema enorme per i risparmiatori.

Come prima conseguenza le azioni sono diventate difficili da vendere o non vendibili. Molte persone che avevano acquistato quantitativi rilevanti di azioni si sono ritrovate a perdere fino a 20 o 30 mila euro, inoltre, chi ha esigenze di liquidità si ritrova a non poter più vendere.

La banca aveva sempre assicurato in tutte le occasioni che, trattandosi di azioni il cui valore non veniva determinato in borsa, ma dal consiglio di amministrazione, non vi erano rischi – osserva Ferrari – e dato che la grande maggioranza dei clienti consumatori delle banche ha una scarsa cultura finanziaria e intrattiene con la banca un rapporto di fiducia, quelle rassicurazioni erano bastate». Fino a quell’annuncio.

Al momento, lo sportello udinese di Federconsumatori sta raccogliendo e verificando la documentazione mentre si prepara a inviare alla banca le richieste di risarcimento. «Intendiamo cercare un accordo extragiudiziale, soprattutto per aiutare le situazioni di maggiore sofferenza sul piano finanziario – anticipa Ferrari –, in futuro vedremo se saranno individuate responsabilità di carattere penale.

Nel frattempo, pare la banca intenda organizzare delle aste al ribasso per i titoli a fine luglio per verificare se, diminuendo progressivamente il valore, si trovano compratori soprattutto per sostenere chi ha bisogno di liquidità e deve vendere».

Ma oltre ai duecento casi già segnalati, ce ne potrebbero essere altri, per questo Federconsumatori invita anche i piccoli azionisti a farsi avanti e a rivolgersi agli sportelli dell’associazione.

Federconsumatori conta di risolvere la vertenza con un accordo extragiudiziale. «Anche in passato abbiamo utilizzato gli accordi di conciliazione per ricomporre queste controversie, anche perché le controparti non hanno interesse a finire in tribunale» osserva Ferrari, ma la rabbia per i soldi persi e la preoccupazione per il futuro da parte dei risparmiatori rimangono.

Vero è che chi investe in azioni di qualunque società si accolla il rischio, in seguito a particolari circostanze di mercato, di andare incontro a una perdita anche totale dell’investimento, d’altro canto la Consob, in una comunicazione sui titoli illiquidi, pone un forte accento sul dovere di informazione al cliente e sulle eventuali difficoltà di liquidazione connessi al funzionamento dei mercati di scambio e degli effetti in termini di costi e tempi di esecuzione della liquidazione.

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