«La boxe in Friuli è rinata grazie alla sua passione»

Per 12 anni è stato presidente dell’Associazione pugilistica udinese. L’ex segretario dell’Apu: grazie a lui abbiamo assistito a eventi di primo livello

«Se a Udine abbiamo assistito a combattimenti come quello tra Vidoz e Guni per il campionato italiano (vinto dal peso massimo goriziano) o al mondiale femminile vinto dalla Bianchini e poi abbiamo visto crescere professionisti del calibro di Zamora il merito è senz’altro di Alberto De Marchi». L’ex segretario dell’Associazione pugilistica udinese (Apu), Giorgio Romoli non ha dubbi.

«Ho lasciato l’Apu dopo 30 anni lo scorso gennaio quando Alberto ha mollato la sua carica di presidente a causa dei problemi di salute che gli impedivano di essere presente come avrebbe desiderato - continua -. E posso assicurare che De Marchi è stato un presidente eccezionale perché è riuscito a trasmettere un messaggio positivo che ha fatto crescere tutto il movimento. Grazie a lui il sindaco Honsell è salito sul ring con i guantoni. E con il suo arrivo agli eventi più importanti c’erano sempre i rappresentanti delle istituzioni. Ci ha aiutato a far conoscere la boxe. Aveva una grande passione e sapeva trasmettere entusiasmo. È stato il generale Roberto Bardini, presidente prima di lui, a trasmettergli la passione per la boxe. Era il nostro sponsor principale, ma anche un organizzatore formidabile. Oltre a Zamora che è nato con l’Apu, ci sono stati molti altri professionisti come De Prophetis o Gianluca Calligaro che oggi fa l’allenatore».

Ed è proprio Calligaro, che ha conosciuto il presidente nella doppia veste di atleta prima e di allenatore poi, a ricordare l’entusiasmo contagioso di De Marchi: «Aveva sempre le idee molto chiare, quando diceva una cosa era quella e potevi stare certo che avremmo raggiunto l’obiettivo anche a costo di grandi sacrifici. Oggi la nostra palestra è frequentata da una settantina di atleti, abbiamo un corso pre-pugilistico con ragazzi dai 13 ai 16 anni e poi 12 agonisti e molti giovani promettenti che alleno insieme a mia moglie Annabella Blanchini (anche lei ex pugile). Il movimento è cresciuto grazie all’impegno di De Marchi che non si limitava a fare da sponsor ma faceva promozione e organizzava eventi. E quando c’era da festeggiare un risultato importante era il primo a essere felice».

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