La bufera sulla banca di Cividale Il presidente Pelizzo non lascia

Ottenuta la fiducia del Cda convocato d’urgenza dopo l’arresto dell’ex direttore generale e gli avvisi di garanzia allo stesso Pelizzo e al vice direttore Cibin, il plenipotenziario dell’istituto di credito è deciso a chiudere il mandato: “Tutelerò la mia immagine e quella della banca. Farò chiarezza in assemblea”
Cividale 25 Aprile 2011. Assemblea Banca Popolare di Cividale. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Petrussi Diego
Cividale 25 Aprile 2011. Assemblea Banca Popolare di Cividale. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press / Petrussi Diego

CIVIDALE. Il consiglio di amministrazione della Banca di Cividale fa quadrato attorno al suo presidente e, all’unanimità, lo conferma. Lorenzo Pelizzo resta al timone della Popolare e sembra deciso a farlo fino alla fine del mandato e cioè ad aprile del prossimo anno. Poi si vedrà. I motivi, fondamentalmente, sono tre: prima di tutto vanno provate le accuse («l’avviso di garanzia – pare abbia detto ieri sera ai consiglieri –, purtroppo, è percepito come una condanna, ma dimostrerò il contrario»); poi vuole portare a termine la riorganizzazione societaria, la fusione della Banca Popolare di Cividale con la Banca Nordest, sui cui lavora da più di un anno.

Infine, lo storico presidente vuole essere certo che il suo testimone passi nelle mani di chi si impegnerà per mantenere l’autonomia dell’istituto di credito: la Popolare di Cividale è una delle poche banche che non è stata ancora “colonizzata”. Per questo, ieri sera, Pelizzo non ha fatto come il direttore generale Luciano Di Bernardo, che giovedì scorso, tramite lettera – «per il bene della Banca» – ha rassegnato le dimissioni, ma ha preferito rimettere la decisione al consiglio di amministrazione, riunito in seduta straordinaria.

Dopo due ore di confronto, i vicepresidenti Carlo Devetak e Adriano Luci, i consiglieri Francesca Bozzi, Luciano Locatelli, Sergio Tamburlini e Graziano Tilati (presente anche il nuovo direttore generale Mario Leonardi, chiamato a guidare l’operatività della banca in questa fase) hanno così dato «piena fiducia al presidente Lorenzo Pelizzo – si legge nella nota diramata dall’istituto –. Fiducia confermata all’unanimità dopo aver esaminato la situazione venutasi a creare con l’inchiesta della Procura della Repubblica di Udine.

Gli amministratori e i sindaci – si legge ancora nella velina – hanno altresì incoraggiato il presidente a tutelare la banca e se stesso in tutte le sedi da ogni illazione che ne comprometta l’onorabilità e l’immagine». «Gli imprevedibili sviluppi dell’inchiesta della Procura di Udine che stanno coinvolgendo anche me anche a seguito di una querela depositata dall’azionista Pierluigi Comelli – aveva fatto sapere il presidente Lorenzo Pelizzo prima dell’inizio della riunione – mi hanno indotto a convocare un consiglio di amministrazione straordinario per affrontare la critica situazione venutasi a creare.

La solidità della Banca è fuori discussione e sapremo fornire agli inquirenti e alla autorità di vigilanza tutti gli elementi utili a far luce sui fatti oggetto d’indagine – ha aggiunto assicurando la propria totale estraneità ai fatti contestati –. Mi riservo di intraprendere tutte le azioni necessarie a tutela della mia immagine e onorabilità e di quella della banca che presiedo in tutte le sedi opportune. Inoltre avrò modo di fare massima chiarezza nel corso della prossima assemblea dei soci convocata per il 25 aprile».

«Nel frattempo – ha concluso il presidente della Banca Popolare – l’operatività dell’istituto, nelle sue articolazioni, prosegue normalmente nella consapevolezza degli impegni assunti con i soci, i clienti e il territorio di riferimento».

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