La burocrazia blocca il sostegno al reddito

Sacile, sono 147 le famiglie ch non percepiscono l’assegno da novembre Il M5s: «Controlli impantanati all’Inps e c’è chi non ce la fa a sopravvivere»

SACILE. Ritardi record per l’assegno Mia, il contributo si sostegno al reddito: 147 famiglie a Sacile da quattro mesi sono al verde. Le misure del reddito di inclusione hanno rallentato l’iter burocratico in Regione e all’Inps di Roma. Il M5s ha denunciato a fine 2017 la situazione di grave disagio che nell’Ambito 6.1 coinvolge circa 450 nuclei familiari. A Sacile i tempi lunghi di erogazione del bonus Mia ci sono assegni fermi da novembre. «Pratiche ferme per i controlli Inps – ha verificato Ida Peschiuta –. Allo sportello dei servizi sociali in viale Zancanaro hanno le armi spuntate».

Gli assegni anti-povertà non arrivano: a causa di pastoie burocratiche che hanno rallentato le pratiche. «La gente in difficoltà – ha segnalato Ida Peschiuta – non sa come pagare le bollette di novembre».

Il patto di inclusione va al passo della tartaruga e 147 famiglie non sanno a che santo rivolgersi. Peschiuta ha aggiornato la mappa demografica della povertà liventina: l’appello è alla politica per trovare una soluzione capace di erogare gli arretrati di quattro mesi. «Nel 2018 arriverà il reddito statale di inclusione Rei e questo rischia di impantanare ancora di più l’erogazione degli assegni – ha avvertito Peschiuta –. Il sostegno al reddito in tempi di crisi subisce i ritardi che sono dovuti anche dall’integrazione alla misura regionale con quella nazionale Sia».

L’assegno medio che arriva a Sacile per decine di nuclei familiari con figli è di circa 450 euro: il massimo dell’erogazione è di 550. «I nuovi poveri sono tanti sacilesi e non soltanto immigrati: le difficoltà si scontano per tutti – ha detto Peschiuta dopo una verifica –. Ci sono pensionati, disoccupati, gente che lavora part-time e non arrivano dall’Africa oppure dal Bangladesh».

Il contatore della povertà a Sacile si aggiorna. Secondo i servizi sociali, «il monitoraggio della Regione nel periodo 2015-2016 conta una spesa di 48 milioni di euro per sostenere 14.102 nuclei familiari per 38.400 persone coinvolte in regione. Nel Friuli occidentale erano state conteggiate nel 2017 circa mille richieste». La corsa all’assegno anti-povertà mette a nudo l’esercito delle fasce deboli: quelle che denunciano un Isee sotto i 3 mila euro (circa il 60% di chi riceve l’assegno).

Il 26% è sui 3 mila euro e il 14% non supera 6 mila. In Friuli le Caritas hanno in carico 3.024 casi monitorati in 24 mesi: a Sacile sono oltre 500 le persone aiutate da servizi sociali e Caritas. La gente chiede aiuto e la burocrazia si mette di traverso all’erogazione degli assegni anti-povertà.

Chi ha un lavoro socialmente utile ha avuto un conguaglio di circa 150 euro mensili in anticipo in gennaio: una beffa.

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