La Camera approva il taglio dei vitalizi, ecco quanto perdono i nostri ex parlamentari

L’ufficio di presidenza della Camera ha dato disco verde alla delibera del presidente Roberto Fico che taglia i vitalizi degli ex deputati, ricalcolando gli assegni percepiti in base al metodo contributivo. Nei nuovi assegni fino a 5.600 euro in meno: è il caso di Bressani
Senatori e deputati del M5Stelle a Montecitorio festeggiano l'approvazione per il taglio dei vitalizi (Foto Ansa)
Senatori e deputati del M5Stelle a Montecitorio festeggiano l'approvazione per il taglio dei vitalizi (Foto Ansa)

UDINE. Fino a 5 mila 600 euro in meno al mese per i vitalizi degli ex parlamentari del Friuli Venezia Giulia. L’ufficio di presidenza di Montecitorio ha approvato la famosa delibera taglia-pensioni d’oro, elaborata e imposta dai 5 stelle. La scure si abbatterà, ma garantendo comunque una sorta di soglia di “sopravvivenza” che per i casi minimi ammonterà a mille 470 euro lordi mensili. Ma per chi era abituato a vivere da decenni su altre soglie, ex parlamentari ma anche vedove che beneficiavano dell’assegno di reversibilità, è facile immaginare con quali conseguenze.



Nelle carte sulla scrivania del presidente della Camera, Roberto Fico, compaiono anche quattordici parlamentari della nostra regione fra i mille 240 nomi di ex contenuti nelle trenta pagine del documento. La più “tartassata” è Maria Piccoli, che era stata eletta fra le fila della Democrazia cristiana nell’VIII legislatura. Per lei 178 progetti di legge presentati e 238 atti di indirizzo e controllo.



Per il suo impegno lo Stato dal 1993 (cioè dal suo 60º compleanno) le riconosce un assegno mensile di 3 mila 108 euro che nelle intenzioni di Fico sarà ridotto del 77,3 per cento (pari a 2 mila 400 euro in meno) per arrivare a 705 euro (calmierato sulla soglia minima). Questo è il caso limite per la nostra regione. Taglio di oltre 3 mila euro per
Giulio Colomba
, eletto nel Partito comunista italiano nella settima e nell’ottava legislatura. Riceve un vitalizio mensile da quando aveva 55 anni (era il 2002) pari a 4 mila 725 euro. Dopo la riduzione del 64,6 per cento dovrebbe scendere a mille 670 euro.


Renzo Pascolat
(Gruppo Comunista Pds) guadagna il terzo gradino del podio dei vitaliziati del Fvg più colpiti dalla scure grillina: dovrebbe passare da 3 mila 108 euro a mille 271 (il 58 per cento in meno pari a mille 800 euro).
Piergiorgio Bressani
(Dc, due incarichi parlamentari e sei di governo all’attivo, oltre a 173 progetti di legge presentati) dovrebbe scendere dagli attuali 9 mila 760 euro a 4 mila 117 (meno 57 per cento). Dimezzato il vitalizio per Aldo
Gabriele Renzulli
che dovrebbe passare dai 4 mila 725 euro incassati dal 1998 a oggi a 2 mila 300 euro (comunque una pensione di tutto rispetto).
Rinaldo Bosco
, invece, dovrà prepararsi a cedere oltre 2 mila 700 euro al mese per giungere al vitalizio ricalcolato in 3 mila 855 euro.

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A Michelangelo Agrusti il nuovo calcolo ridimensiona la pensione da parlamentare a 2 mila 832 euro (erano 4 mila 725). Ivano Strizzolo lascia sul campo mille 376 euro e giunge a oltre due mila euro al mese. Seguono Angelo Compagnon (il nuovo vitalizio sarà di 2 mila 127 euro), Milos Budin (mille 920), Giorgio Santuz (6 mila 605 euro), Roberto Antonione (4 mila 444 euro), l’attuale sindaco di Udine Pietro Fontanini (4 mila 641 euro) e Manlio Collavini (6 mila 590 euro). Pensioni che, nonostante i tagli, continuano a essere d’oro. Nell’elenco – ancora provvisorio – e nei tagli andranno inseriti Ferruccio Saro, Mario Fioret, Giulio Camber, Antonino Cuffaro, Giovanni Collino, Diego Carpenedo, Roberto Visentin, Francesco Moro e Diego Carpenedo. Anche per loro però sono in arrivo riduzioni del vitalizio. 

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