La centrale a biomasse in pieno centro non convince

Non si sono fatte attendere le reazioni alla notizia della prosecuzione del progetto industriale che la goriziana Rail Services srl dell’imprenditore Enrico Roitz sta portando avanti per attivare entro la fine del 2014 due impianti di produzione di calore ed energia elettrica da biomassa che sorgerebbero a distanza di meno di un chilometro l’una dall’altra nell’area ferroviaria-industriale tra via Trieste e Sant’Andrea.
Resta da sciogliere il nodo autorizzativo sotto il profilo urbanistico dopo il “no” in marzo da parte del consiglio comunale ad una delle due centrali, quella collocata in un’area attualmente ancora “zona ferroviaria” mentre per l’impianto “gemello”, che ricade in un tratto considerato “zona industriale”, l’iter è proseguito.
Intanto lo studio commissionato dalla Rail a una società specializzata nelle valutazioni ambientali, seguendo un percorso condiviso con la comunità di Sant’Andrea preoccupata per l’impatto degli impianti, ha escluso rischi per la salute.
«Non metto in dubbio l’esito di questo monitoraggio che risulta a quanto pare confortante – commenta l’assessore comunale all’ambiente Francesco Del Sordi - posto che per quanto mi riguarda sono favorevole all’utilizzo delle biomasse e a questo tipo di impianti. Ben vengano imprenditori disposti a investire in questo settore e a creare occupazione. Ma la centrale “bocciata” in marzo dal consiglio andrebbe collocata in un’area urbanisticamente idonea ad ospitare un’attività industriale, anche se si trattasse dell’impianto più pulito del mondo. Quindi da parte nostra saranno opportune delle verifiche proprio di natura urbanistica. E comunque la parola definitiva spetterà alla Provincia con la conferenza dei servizi».
Decisamente dura la reazione del consigliere comunale di Idv Stefano Abrami: «Per una delle centrali si prevede l’insediamento in pieno centro, a poche decine di metri da case, asili, esercizi commerciali. Per criteri puramente urbanistici, l’assemblea civica ha espresso un chiaro e trasversale parere negativo, non vincolante per la conferenza dei servizi ma mi auguro sia vincolante come indirizzo al rappresentante del Comune chiamato a pronunciarsi in seno a tale organismo. Quanto all’impatto ambientale non sarà certo uno studio commissionato da chi è direttamente interessato all’installazione, basato su misurazioni “ex ante” e mere simulazioni, a dare tranquillità ai residenti, a rispondere ai molteplici interrogativi tra cui provenienza e qualità della biomassa, impatto delle emissioni prolungate, inquinamento acustico. Ribadisco un forte dissenso, non all’insediamento di fonti di energia rinnovabili ma alla loro installazione in siti chiaramente non idonei». (pi.ta.)
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto