La chiusura della Fiera e l’effetto domino Mittelmoda District sfrattata cerca casa

La chiusura e l’indisponibilità del quartiere fieristico di via della Barca, i cui tempi di adeguamento rischiano di non essere peraltro brevi, scatena una sorta di “domino” amaro e costoso, in termini di immagine ma anche ricadute per il territorio, nel capoluogo isontino. Se il pensiero va subito al futuro delle fiere organizzate nei padiglioni – in particolare due, Pollice Verde e Expomego, per le quali si sta comunque lavorando a soluzioni alternative che almeno nel primo caso permetteranno di restare in città –, nel quartiere di via della Barca trovavano posto ogni anno anche altre iniziative in grado di muovere diverse centinaia di persone e rivolte soprattutto alle nuove generazioni. Iniziative in parte già perse e che potrebbero in futuro non tornare più, se non si ripresentassero le condizioni ideali.
Mittelmoda è dovuta emigrare a Milano ormai da tempo, per questioni legate a sponsor e logistica propri di un evento di carattere internazionale, però in compenso è rimasta saldamente radicata nel territorio la sua appendice rivolta alle scuole, Mittelmoda District. Poche settimane fa, a dicembre, l’edizione 2019 non si è potuta svolgere in via della Barca e si è dovuta spostare a Udine, e il futuro a questo punto resta tutto da scrivere. «Il passaggio momentaneo a Udine è arrivato in accordo con la Camera di Commercio della Venezia Giulia – spiega Maurizio Tripani, general manager e vicepresidente di Mittelmoda –, perché quando abbiamo avuto notizia dell’indisponibilità dei padiglioni della fiera le date dell’evento erano ormai già fissate, e tutti gli spazi alternativi a Gorizia erano occupati. La nostra volontà è quella di non lasciare il territorio, e restare nel capoluogo isontino: l’importante sarà trovare una struttura sufficientemente grande ad ospitare i circa 600 studenti di Mittelmoda District, ma non trattandosi di un evento fieristico non siamo legati necessariamente a via della Barca». Un’ipotesi, allora, potrebbe essere quella del Teatro Verdi. Chissà.
Chi invece per ora di sicuro abbandona Gorizia è la piccola “olimpiade” dello sport giovanile Gorizia in 4 lingue, organizzata da Smilevents, che già nel 2019 si è spostata a Grado con i suoi poco meno di mille partecipanti totali, tra atleti dell’area mitteleuropea, accompagnatori e tifosi. «Abbiamo già confermato le prenotazioni a Grado anche per il 2020, e così la manifestazione prenderà il nome di Sportissimo, con Gorizia in 4 lingue che resterà nel sottotitolo per ricordare le origini – dice Ascanio Cosma di Smilevents –. È una scelta che facciamo a malincuore, e l’auspicio è quello di poter tornare in futuro a Gorizia, anche perché il nostro obiettivo è sempre stato quello di fare qualcosa a favore della città, spendendo sul territorio i contributi che riceviamo e portando qui l’indotto legato alle presenze dei partecipanti. Ma restare senza il quartiere fieristico diventava impossibile».
Peraltro proprio durante Gorizia in 4 lingue la società goriziana di ginnastica acrobatica Dinamic Gym aveva in programma di ospitare nell’ampio padiglione D (dove nel 2017 si svolsero anche gli Assoluti tricolori di scherma) una sorta di pre-campionato europeo di specialità, come avvenuto già in passato. E anche questo passerà a Grado. Tornando invece al capitolo fiere, sono intensi i colloqui tra il Comune e Udine e Gorizia Fiere per concordare il da farsi. Pollice Verde, già in calendario dal 27 al 29 marzo, resterà in città e quasi certamente troverà spazio in piazza Vittoria, mentre meno certezze ci sono su Expomego. Non a caso la storica fiera campionaria indissolubilmente legata al quartiere di via della Barca, nel calendario sul sito di Udine e Gorizia Fiere risulta ancora “da definire”. —
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