La città piange “Nani” Zannier Una vita tra pallone e Bottegon

Aveva 90 anni. È stato calciatore, allenatore e gestore del più noto bar del centro Per decenni è stato punto di riferimento di generazioni di sportivi locali e non solo



Il calciatore di talento, l’allenatore rigoroso, il gestore del più noto bar di San Vito, il Bottegon, che con lui, per decenni, è stato il punto di riferimento di generazioni di sportivi locali e non soltanto. Era questa la vita di Giovanni “Nani” Zannier, 90 anni, morto domenica pomeriggio all’ospedale di San Vito, dov’era stato ricoverato sabato, dopo che di recente era entrato in casa di riposo. Il suo amore per il calcio era sconfinato e in quest’ambito ha lasciato il segno.

Lascia la moglie Silvana Montico. Il funerale sarà celebrato domani alle 15, nel santuario di Madonna di Rosa, dove oggi alle 20 sarà recitato il rosario. Zannier nacque nel 1928. Morto il padre Federico in giovane età, la madre, Giovanna Vecil – aveva sette figli – assunse la gestione dell’esercizio della famiglia Zannier, l’antico caffè Bottegon, in piazza del Popolo. Anche “Nani” iniziò a lavorare in quel locale, che gestì per decenni sino al 1995. Intanto, dopo gli studi al liceo classico Marconi di Portogruaro, per lui si prospettava l’università, ma con i genitori fu chiaro: «Voglio giocare a pallone». Gli esordi nella Sanvitese, poi nei primi anni Cinquanta il grande salto: a Bergamo, per una parentesi con l’Atalanta in serie A, poi a Piacenza, nella cui squadra militò alcuni anni in serie C. Maglia numero 4: era un mediano dalla tecnica notevole. Aveva seguito le orme del fratello Domenico (morto nel 1985, anche lui lavorò al Bottegon), che giocò, in serie A, con Lanerossi Vicenza e Padova. In seguito, nella massima serie, militò anche il cugino Luigi Zannier (Milan, Atalanta e altre). La carriera di “Nani” si interruppe a soli 26 anni, per un’ernia al disco. «Senza il calcio soffriva – ricorda la moglie –: andò a Coverciano e prese il patentino per allenare». Fu tecnico di squadre importanti tra i dilettanti del Friuli occidentale: Sanvitese (a più riprese), Sacilese (per 8 anni, durante i quali raggiunse pure una storica promozione, presidente era Giuseppe Giust), Pro Aviano (presidente Luigi Doimo), Cordenons e Spilimbergo. Anche l’attuale presidente della Sanvitese, Paolo Gini, nei primi anni Settanta, fu allenato da Zannier: ««Ne ricordo determinazione e grande conoscenza del calcio – dice Gini –. È stato un maestro per tutti».

L’amico Cesare Benvenuto: «A Sacile, la piazza lo acclamava. Era esigente, voleva giocatori di qualità e i presidenti lo accontentavano. Il calcio era la sua vita».

«Parlavo da sempre di calcio con lui e andavo a vedere le sue partite – aggiunge il notaio Giovanni Pascatti –. Era di una simpatia unica». Zannier era anche appassionato di tennis: giocò sino a 80 anni. E c’era sempre il “suo” Bottegon, dove si riunivano gli sportivi. «Il lunedì, chi voleva parlare di calcio doveva andarci – osserva il nipote Franco Cudia –. Giornate indimenticabili». «Era sempre una festa – conclude la moglie –: “Nani” era allegrissimo e teneva tanto ai suoi clienti».–



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