«La corrente era troppo forte non fate il bagno nel fiume»

Parla Fabio Scrigner, caporeparto del Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco giunti da Trieste L’esperto: in questo punto si incontrano diversi flussi d’acqua e così si creano pericolosi mulinelli
Villanova 21 Luglio 2016 ritovo aannegato Foto Petrussi Foto Press Turco
Villanova 21 Luglio 2016 ritovo aannegato Foto Petrussi Foto Press Turco

SAN DANIELE. «Nel punto in cui si sono immersi i ragazzi la corrente era troppo forte, abbiamo avuto grosse difficoltà noi con tutte le attrezzature, figurarsi dei ragazzi». A parlare è Fabio Scrigner, capo reparto del Nucleo sommozzatori dei Vigili del fuoco di Trieste arrivati a Villanova di San Daniele nel pomeriggio di mercoledì per ritrovare Emanuele.

A Villanova hanno lavorato 8 sommozzatori: dal loro arrivo nel pomeriggio di mercoledì fino alle 20 e 30 sono rimasti in acqua per cercare quel ragazzo. All’alba, alle 4 del mattino successivo, da Trieste sono partiti per tornare sul Tagliamento. «Nonostante l’escavatore cingolato avesse creato la deviazione – spiega Scrigner – la corrente in questo punto era ancora molto forte, tant’è che la scavatrice è dovuta salire un po’ a monte per creare uno sbarramento». Secondo il professionista triestino che, assieme al suo reparto opera su tutto il territorio regionale, il rischio nei fiumi è elevatissimo». Un consiglio? «Non fare il bagno nel fiume, perlomeno dove la corrente è molto forte». Secondo i sommozzatori del capoluogo giuliano mercoledì in quel tratto dove si sono immersi i quattro amici di Colloredo di Prato l’acqua, oltre ad avere una corrente molto forte, era anche profonda. «Bisogna tenere conto del fatto che qua – mostra il professionista – si incontrano diverse correnti, è chiaro che si formano i mulinelli. Al centro poi – spiega Scrigner – ci sono punti in cui la profondità arriva anche attorno ai 3 metri». Corrente e profondità nei fiumi come il Tagliamento non sono gli unici fattori a rischio: «bisogna fare i conti anche con la bassa temperatura dell’acqua di fiume che può avere conseguenze negative sulla persona che si fa il bagno. Poi, chi ad esempio si tuffa a San Daniele non vede quello che succede a monte: in montagna può aver piovuto e, in pochi attimi, un tratto poco profondo e basso può trasformarsi completamente e diventare rischioso». Un pericolo incombente il fiume d’estate per chi si occupa di ricerche e salvataggio, troppe le minacce per bagnanti spesse volte inconsapevoli o troppo inesperti. Nonostante ciò però, soprattutto per quanto riguarda la parte del percorso intermedio del fiume che dalle Alpi Carniche raggiunge il mare a Lignano, nel tratto che da Pinzano arriva fino a Spilimbergo non vi sono divieti di balneazione.

E così, nei lunghi pomeriggi estivi, ma soprattutto nei fine settimana, le sponde si trasformano in vere e proprie spiagge. Soprattutto la zona “dei muretti”, quella dove i quattro amici di Colloredo di prato avevano deciso di passare un pomeriggio, è molto frequentata proprio per la comodità che i muretti danno a chi vuole stendersi su un lettino o su un materassino. Chi conosce questo fiume però sa che i cambiamenti dei corsi d’acqua – il Tagliamento è uno dei pochi in Europa a discendere al mare a canali intrecciati – sono molto frequenti e che quello che il giorno prima era un tratto con acqua poco profonda e calma, il giorno dopo può essere più profondo e con correnti più potenti. «Non ci sono mai state grosse tragedie – ricorda l’assessore comunale Ivan Pischiutta, in prima linea nelle ultime ore nelle operazioni di soccorso e che ha voluto portare il cordoglio dell’amministrazione alla famiglia Lo Castro – bisogna fare attenzione nei tratti in cui la corrente è più forte, ma non credo che la pericolosità sia tale da impedire la balneazione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto