La crisi colpisce anche il lavoro precario
UDINE. La crisi affonda le unghie anche nel lavoro precario. Pur essendo il primo a essere richiesto in fase di avviamento, dal 2008 in poi è andato generalmente riducendosi per effetto della recessione. I dati statistici della Regione, analizzati ieri mattina dalla Felsa Cisl nel corso del congresso che ha confermato alla guida della federazione Alessia Degano, mostrano infatti che in Fvg dal 2008 al 2011 vi è stata una generale flessione negativa per i contratti di lavoro “precari”.
Salvo per il lavoro intermittente, che ha registrato un vero e proprio boom, segnando un aumento degli avviamenti pari a quasi il 400% nell’arco del quinquennio, passando dai 3.192 del 2008 ai 15.947 del 2011, il resto della galassia contrattuale non è andata altrettanto bene. A fronte di un aumento drastico della disoccupazione, passata da 18.000 a 37.000 unità, vi è stata la diminuzione del 47,8% degli avviamenti al lavoro con contratti a tempo indeterminato (27.654 nel 2011), del 13% dei contratti parasubordinati (24.071 nel 2011), dell’11% dei contratti a tempo determinato, del 5.8% dei contratti di somministrazione (30.542 nel 2011).
«La liberalizzazione dei contratti ha portato a una divisione, anche a livello regionale, della forza lavoro in un segmento primario più protetto e occupato in modo sostanzialmente continuativo e in un segmento secondario impiegato saltuariamente», spiega Degano. Segmento che, causa crisi, comprende anche un numero sempre più considerevole di under 50. Se fino a qualche anno fa il lavoro precario interessava quasi esclusivamente il mondo giovanile, oggi non è più così e i lavoratori disoccupati se riescono a trovare una nuova occupazione lo fanno con estrema flessibilità contrattuale. Sempre più spesso con la somministrazione.
Se il lavoro autonomo e quello atipico o parasubordinato hanno registrato tra 2008 e 2011 un incremento nelle fasce di età comprese tra i 20-24 anni e i 35-49, la novità è che l’utilizzo dello strumento come detto ha riguardato anche gli over 50. «Tra il 2008 e il 2011 – rivela Degano – abbiamo registrato un incremento della somministrazione tra gli adulti e over 55, sia nel numero degli avviamenti, +0,9% di adulti e +66,3% di over 55, sia quanto ai soggetti avviati».
Per il futuro Degano guarda alla “Flexicurity” nordeuropea. «Per riorganizzare un welfare efficiente si dovrà puntare su politiche attive e non solo assistenziali, collegandole alle evoluzioni nel lavoro e prevedendo anche un aumento degli stanziamenti pubblici in percentuale alla ricchezza prodotta». Un patto insomma tra pubblico e privato capace di garantire l’effettiva presa in carico della persona disoccupata e la capacità di assicurare un’offerta lavorativa in tempi brevi.
Senza dimenticare, quale risposta al precariato, lla bilateralità, fondamentale – per la federazione – a sostenere il lavoratore attraverso un sistema di prestazioni. A livello nazionale il numero delle richieste Ebitemp nel 2011 è stato pari a 10mila 990 e nel 2011 a 11mila 222 con un’incidenza del Friuli Venezia Giulia del 3,3% nel 2012, pari a 373 domande per complessivi 258 mila 709 euro.
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