La crisi di Uanetto mette in ginocchio la filiera del suino

Continuano le trattative per salvare l’azienda di Castions. Ogni settimana venivano macellati circa 1.200 maiali
Morrtegliano 28 febbraio 2013 iuanetto Copyright Petrussi Foto Press /turco
Morrtegliano 28 febbraio 2013 iuanetto Copyright Petrussi Foto Press /turco

UDINE. Incontri improntati alla massima riservatezza hanno come protagonisti in queste ore la famiglia Uanetto, titolare dell’omonima snc, leader nella produzione e vendita di salumi, e due cordate alternative d’imprenditori interessate al macello di Castions di Strada.

Qui l’attività è ferma ormai da giorni, a causa della chiusura dei rubinetti da parte dei fornitori che, non vedendo onorati i crediti, si sono nel frattempo rivolti alla magistratura. L’iniezione di nuovi capitali, fondamentale per cercare di risollevare le sorti del gruppo che deve fare i conti con un buco di diversi milioni di euro, dipende dunque dalle trattative in corso, proseguite anche ieri mattina come si è limitata a confermare nel pomeriggio Lilia Uanetto.

Qualcosa potrebbe muoversi già per martedì, giorno in cui sono state convocate le sigle sindacali di categoria che nell’occasione saranno messe a conoscenza dell’evolversi delle trattative.

Ricordiamo che la situazione di difficoltà in cui versa Uanetto si lega ad alcuni investimenti effettuati dal gruppo che non avrebbero dato i risultati previsti inizialmente e anzi creato un buco milionario tale da non consentire all’impresa di onorare i crediti con il conseguente blocco delle forniture.

A far le spese della situazione non è la sola azienda di Castions, ma l’intera filiera regionale che ruota attorno al suino. Sì, perché Uanetto, a regime, assorbiva circa la metà dei maiali nati e allevati in regione. Circa 1200 erano quelli macellati per settimana, 4 mila 800 il mese, 60 mila l’anno. Non si dovesse trovare una soluzione, a chi si rivolgeranno gli allevatori? C’è davvero il rischio che un cardine della zootecnia regionale qual è la filiera del suino venga messo in ginocchio.

Lo teme anche il direttore dell’Ersa, Mirko Bellini, che ieri abbiamo contattato per capire quali potrebbero essere le ripercussioni della crisi Uanetto sul sistema regionale, partendo dalla considerazione che quest’azienda è una delle portabandiera del marchio AQuA.

«Uanetto – spiega Bellini – è uno dei maggiori utilizzatori del marchio». Un segno di riconoscimento in più a garanzia dell’eccellenza dei prodotti regionali, «che – afferma ancora Bellini – può giocare un ruolo di primaria importanza per la costruzione di filiere forti della produzione della materia prima, della lavorazione, della trasformazione e della commercializzazione del prodotto, il tutto made in Friuli».

Uanetto fino a oggi è stato un tassello fondamentale della filiera suinicola, «trattava circa la metà dei suini allevati in regione inviandone una parte nel circuito del San Daniele, un’altra in quello della carne AQuA». Dovesse venir meno, si aprirebbe un serio problema per gli allevatori.

Per Bellini: «Non si può più essere – afferma il numero uno dell’Ersa – solo buoni produttori di materia prima, è necessario partecipare alla trasformazione e alla commercializzazione perché è qui che ci sono le maggiori marginalità. Ed è importante farlo costruendo filiere in Fvg, perché se si esce dalla regione si finisce per essere relegati al ruolo di meri produttori e regalare il valore aggiunto agli altri».

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