La denuncia: «Ci sono commesse molestate»

La Uil Tucs: a noi lo dicono, alle forze dell’ordine no per timore di perdere il posto

PORDENONE. «Commesse costrette a subire molestie sessuali sul posto di lavoro». Lo denuncia Antonio Ciancio sindacalista Uil Tucs. «A Pordenone e nei centri commerciali ci sono commesse che devono ingoiare toccatine sul lato B – ha raccolto le segnalazioni allo sportello in piazza Risorgimento - o sul decolletè: nessuna, però, vuole denunciare le molestie per paura di perdere il posto di lavoro».

Un sorriso, una battuta e via: chi allunga le mani si ritiene giustificato dalla minigonna, oppure dal top aderente. Il “dress-code” è un obbligo contrattuale, ma diventa un’arma a doppio taglio: quella della seduzione prima e, poi, della colpa (tutta femminile seconda chi allunga le mani) di essere troppo seducente.

«Se denuncio la palpatina – si confessano alla Uil le ragazze – mi accusano di avere provocato colleghi e titolari con vestiti attillati. Che devo fare?».

«La donna paga di più la crisi occupazionale – ha proseguito Ciancio –. Le situazioni che vediamo nelle gallerie dei centri commerciali e nei piccoli contesti di uffici e servizi, sono la filiera di sfruttamento della donna: è richiesta la bella presenza e poi magari qualcuno, fra i titolari, se ne approfitta. Ci hanno già raccontato tre casi nei centri commerciali. Si comincia con un complimento, un’occhiata complice, un caffè nella pausa pranzo e si arriva alla toccatina».

Le commesse si sfogano in sindacato, ma il silenzio sociale è assordante. «Il corpo delle donne è usato e sfruttato – ha proseguito Ciancio –. Se le commesse si ribellano alle attenzioni diventano ostaggi della minaccia del licenziamento. Alcune sono single con figli a carico e, se perdono il lavoro, sono a terra. Non denunciano le molestie sessuali alle forze dell’ordine, ma solo a noi, per paura: non hanno il coraggio».

Un altro problema è quello degli arretrati. «Ci sono tante commesse ancora senza quote della tredicesima 2012 – ha detto ancora Ciancio –. La tendenza è ridurre le ore di lavoro, cioè i costi per il titolare dell’azienda. Gli stipendi arrivano quasi sempre al rallentatore e la penalizzazione è allargata a una buona percentuale della categoria».

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