La difesa: nessun movente, neppure sentimentale

PORDENONE. É la parola “suggestioni” a trovare l’utilizzo più frequente nell’ambito della difesa di Giosuè Ruotolo. «Solo suggestioni e coincidenze sono emerse fino ad ora, ma pochi elementi sembrano poter suggerire, anzitutto, un movente plausibile – ha spiegato ieri al Messaggero Veneto il consulente della difesa, Ezio Denti, che ha partecipato venerdì sera alla trasmissione Quarto grado –. Si è parlato anche della questione gelosia, ma non vedo un nesso.
Semmai, ragionando per assurdo, l’indagato avrebbe avuto motivi per fare qualcosa di brutto a Trifone se la fidanzata di Giosuè fosse stata l’amante di Ragone. Ormai lui e l’amico avevano preso strade separate. Quanto alle presunte foto di Trifone nello smartphone di Giosuè non vedo che valenza possano avere. E di sicuro va esclusa del tutto qualsiasi simpatia omosessuale».
Il rapporto affettivo a distanza tra la fidanzata Rosaria e Giosuè non sarebbe stato sereno. Nella trasmissione Quarto grado si è parlato di gelosie, di un legame fortemente segnato dalla distanza, compensata dal fitto scambio di sms e telefonate tra Pordenone e Somma Vesuviana.
Anche la sera del delitto. “Amore, per caso hai fatto qualcosa che non mi hai detto” è il messaggio riportato da Quarto grado che la ragazza avrebbe inviato alle 20.15 di quella sera a Giosuè. Solo un’ora dopo, ecco la risposta, con una precisazione chiara: lo sai che non ti nascondo niente.
Poi ci sarebbe stata una lunga telefonata dalle 22 ma Ruotolo non le avrebbe detto di aver saputo della morte di Teresa e Trifone, per non allarmarla. Poi, alle 23, si era recato la palasport.
Gelosie da parte della fidanzata e voci su un presunto interesse di Giosuè per un’altra. Elementi che il consulente della difesa non conferma: «Verosimilmente la distanza può al massimo aver amplificato certe insicurezze – ha sottolineato – magari piccole gelosie, ma è normale possa capitare.
Quanto al fatto che Giosuè non abbia detto subito di essere stato al palasport e al parco agli amici è comprensibile se si pensa a quello che è stato, purtroppo, l’effetto del suo coinvolgimento in questa vicenda, l’estromissione dalla Guardia di Finanza dopo i sacrifici compiuti per vincere il concorso». Sulla collocazione dell’auto indicata dal “supertestimone”, Denti precisa che «in realtà, secondo quanto ci risulta, l’Audi si sarebbe trovata in una posizione arretrata rispetto a quella raffigurata da Quarto grado».
Infine la questione orari: «Il testimone collocherebbe gli spari tra le 19.52 e le 19.54. Per noi Giosuè aveva già lasciato la zona del palasport prima delle 19.50. Fondamentale sarà, allora, verificare se le telecamere che poi hanno ripreso l’auto siano “allineate” dal punto di vista cronologico, non ci siano discrepanze. Occupandomi del caso Bossetti ho potuto appurare quanto sia fondamentale la regolazione degli orologi delle telecamere».
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