La difesa: sempre respinte tutte le accuse. Il patron non replica

Annunciato e poi bloccato un comunicato a firma dei difensori. In corso contraddittorio con le Entrate per risolvere il contenzioso

UDINE. Gianpaolo Pozzo e Giuliana Linda non parlano. Contattati dal Messaggero Veneto per difendersi, in qualità di persone sottoposte a indagine, hanno scelto il silenzio. A differenza di quanto inizialmente fatto sapere, e cioè che avrebbero affidato ai loro legali, gli avvocati Maurizio Miculan e Giuseppe Campeis, le rispettive dichiarazioni in merito al procedimento, penale e amministrativo, in atto nei loro confronti, in tarda serata hanno deciso diversamente. Bloccando l’annunciato comunicato stampa.

Nessun commento in questa fase delle indagini – così la versione (non scritta) finale –, ritenendo di dover esporre le proprie ragioni soltanto nelle competenti sedi giudiziarie. Il che, tuttavia, non esclude la possibilità che i signori Pozzo ricorrano di nuovo ad altri strumenti, forse meno diretti, ma non meno efficaci ai fini mediatici: i canali d’informazione di cui la famiglia dispone e che già in passato erano stati adoperati per difendersi - peraltro nell’ambito di un’indagine che, a differenza di questa, non li vede indagati -, e così confutare il lavoro della stampa.

A voler prestare l’orecchio alle voci che provengono da ambienti vicini al paron e, nondimeno, alle dichiarazioni rilasciate dalla sua consorte al nostro giornale, una cosa appare comunque certa: i coniugi Pozzo respingono e continueranno a respingere fermamente ogni addebito. Il terreno di gioco, intanto, dalla Procura si è spostato all’Agenzia delle entrate, dove è in corso il contraddittorio per la risoluzione del contenzioso amministrativo. La partita, in realtà, è duplice e la posta molto più alta: in ballo, ci sono anche le non meno milionarie e incalzanti contestazioni alla società. (l.d.f)

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