La Fiera di Pordenone trasformata in un centro per i tamponi drive-in: cominciati i primi test

PORDENONE. Un patto territoriale per consentire al personale sanitario di lavorare in piena sicurezza, ma anche alle persone malate o potenzialmente a rischio Covid19 di sottoporsi ai test di diagnosi o controllo con maggiori precauzioni.
È quello siglato virtualmente tra Fiera di Pordenone, attraverso il socio di maggioranza relativa ovvero il Comune di Pordenone, e l’Azienda sanitaria del Friuli occidentale.
Il quartiere economico della città si trasforma in un hub dove si fanno i tamponi drive-in – quindi direttamente in automobile a chi arriverà – e dove il personale del Dipartimento di prevenzione potrà portare materiale sanitario e avere le condizioni igieniche (bagni e anche docce) per lavorare in tranquillità. E i primi test sono già cominciati venerdì 3 aprile.
Il via libera dopo il sopralluogo del presidente della Fiera, Renato Pujatti, e del direttore del Dipartimento, Lucio Bomben.
Finora
Nel primo mese dell’emergenza, gli assistenti sanitari e i tecnici del dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria Friuli occidentale si sono mossi in un primo momento facendo i tamponi a domicilio e poi convocando le persone, precedentemente contattate, sotto le due tende allestite davanti ai pronto soccorso degli ospedali di Pordenone e Sacile.
Tralasciando i tamponi a domicilio – che comunque portano via molto tempo perché la provincia è estesa e ogni volta prima di entrare in una casa il personale deve indossare quella che sembra una tuta spaziale,tanto coprente quanto ingombrante –, i tamponi sotto le tende generavano altri problemi.
A Pordenone lo spazio davanti all’ospedale è stretto e molte persone lasciavano l’auto distante per raggiungere a piedi il luogo del prelievo. Senza contare che, caldo o freddo, pioggia o sole, il personale sanitario rimaneva sotto la tenda.
La richiesta
«Da parte del direttore del Dipartimento di prevenzione, il dottor Lucio Bomben – spiega il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani –, ci è giunta la richiesta di trovare uno spazio più idoneo, tanto più ora che il numero dei tamponi è cresciuto e c’è la necessità di gestire un processo di lavoro più veloce.
Da qui è nata l’idea della Fiera. Il presidente Pujatti si è subito mostrato disponibile, c’è stata prima una videoconferenza per valutare le modalità e poi il sopralluogo che ha sancito il via libera. Soluzione trovata in due giorni, grazie al gioco di squadra».
Drive-in
La trafila per i malati o per i sospetti positivi resta la stessa. Dopo l’anamnesi da parte del personale del Dipartimento di prevenzione e la decisione di quest’ultimo di effettuare il tampone, partirà la telefonata per l’appuntamento.
Un appuntamento che viene dato anche a chi invece è in fase di guarigione e deve sottoporsi al controllo per accertare se non è più infetto. Chi ha questo appuntamento si recherà in auto alla fiera di Pordenone: entrerà dall’ingresso sud (all’altezza del padiglione uno), arriverà davanti all’ingresso centrale dove troverà le assistenti sanitarie pronte al prelievo: senza che scenda dalla macchina sarà sottoposto a tampone.
Una volta terminata l’operazione proseguirà fino all’ingresso nord da dove uscirà. La Fiera ha anche messo a disposizione i propri uffici per garantire al personale in servizio spogliatoi, docce e gli spazzi dove raccogliere tutti i campioni. La fiera sarà anche la base per chi comunque dovrà effettuare i campioni a domicilio (che restano un’esigenza per chi ha difficoltà di spostamento).
I controlli
«Come Comune – aggiunge Ciriani – offriremo un supporto della protezione civile per controllare chi comunque arriva. I tamponi, è sempre bene ribadirlo, possono essere fatti solo alle persone che vengono espressamente chiamate da Dipartimento di prevenzione». Chi non ha un appuntamento «non potrà in nessun modo andare in fiera». —
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