«La Fondazione teatro va ripensata»
UDINE. «Se il teatro Giovanni da Udine deve vivere di contributi pubblici la Fondazione è uno strumento di gestione improprio». E’ la tesi del sindaco, Furio Honsell, descritta, ieri, prima della presentazione del cartellone 2013/14 trasformata in un’occasione per fare il punto sul calo delle risorse determinato anche dal taglio applicato dal Comune costretto a trasferire alla Fondazione solo 500 mila euro e non più 1,3 milioni come in passato.
Pur assicurando l’impegno a sostenere il Giovanni da Udine, Honsell ha aggiunto: «La Fondazione è uno strumento incapace di raccogliere fondi privati. A questo punto sarebbe più semplice affidare la gestione del teatro al Comune».
La tesi di Honsell è il punto di partenza di un discorso che l’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, vuole approfondire perché se è vero che «di fronte al calo delle entrate si pensa a uno strumento più agile rispetto alla Fondazione» la Regione non sembra volerle eliminare anche se sono sorte in tempi sicuramente meno problematici.
E’ fuori dubbio, insomma, che la situazione del Giovanni da Udine, il teatro che come molti altri sta facendo i conti con il calo di spettatori, richiede un approfondimento. E Honsell parte proprio dall’opportunità o meno di mantenere l’attuale strumento di gestione.
«La Fondazione del teatro oltre a risultare incapace di intercettare i privati, è simile a un’agenzia proprio perché si limita a gestire soldi pubblici. Senza contare che è priva di un patrimonio privato che gli consentirebbe di avere autonomia» ha ribadito il sindaco ricordando di avere in piedi alcuni contenziosi con altrettanti dipendenti della Fondazione che vorrebbero tornare a far parte dell’organico del Comune.
Il pensiero del primo cittadino, espresso in qualità di socio di maggioranza, è chiarissimo: «Rispetto all’attività di gestione svolta finora, la Fondazione è uno strumento sproporzionato. O la comunità udinese chiede di entrare con un impegno pari al nostro oppure mi domando: a cosa serve la Fondazione?» ha ripetuto il sindaco facendo riferimento alle intenzioni espresse più volte dalla Camera di commercio e da Confindustria Udine di finanziare il teatro.
Diversa, come detto, la posizione della Regione secondo la quale «la Fondazione è uno strumento associativo adeguato e poi - ha aggiunto Torrenti - questa Fondazione un po’ di capitale ce l’ha e ha dato al Giovanni da Udine una facilità di gestione finanziaria».
L’assessore regionale, piuttosto, è deciso ad affrontare con il Comune di Udine la questione fondi per valutare se l’amministrazione di palazzo D’Aronco è in grado di mettere a disposizione per il prossimo esercizio qualche euro in più.
Nel frattempo, la Regione punta sulla collaborazione tra i teatri del Friuli Venezia Giulia e sui fondi strutturali europei finalizzati all’aumento dell’audience teatrale.
«Vogliamo portare a teatro la fascia di cittadini che va dai 35 ai 45 anni, le persone che lavorano e che hanno meno tempo delle altre da dedicare agli spettacolo» ha aggiunto Torrenti ricordando che il reperimento delle risorse spetta ai soci perché, ha puntualizzato, «la Fondazione non può perdere il 50% del suo tempo a reperire fondi, deve occuparsi degli spettacoli perché noi abbiamo bisogno del teatro».
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