La frana di Cazzaso si muove ancora: alberi caduti sulle vie di fuga

Allagamenti e tronchi abbattuti a causa del maltempo: sono intervenuti i volontari della Protezione civile

Tanja Ariis

Numerosi allagamenti si sono verificati venerdì, con le rapide ma intense piogge che hanno interessato anche la Carnia, tra Tolmezzo e Villa Santina.

Molti alberi caduti sono finiti sulle strade, interessando pure la via di fuga (vecchia strada) di Cazzaso, cioè l’unica che collega la frazione a Tolmezzo, quando l’attività della storica frana richiede la chiusura della strada “normale”.

Sabato i gps della frana di Cazzaso (monitorata ora dalla Protezione civile regionale da Palmanova) hanno registrato qualche movimento con il superamento della prima soglia di allertamento per la porzione più a monte del corpo di frana.

Non è stato tale da richiedere la chiusura della strada normale. Se però la chiusura fosse stata necessaria, i residenti si sarebbero trovati fuori uso pure la via di fuga, sulla quale erano appena piombati due abeti. Il che riaccende i fari sull’annoso e irrisolto problema degli alberi che da terreni privati cadono sulla viabilità.

Lo evidenzia il presidente della consulta di Cazzaso e volontario di Protezione civile, Cornelio Bellina. «Ieri – ricostruisce – siamo intervenuti come Protezione civile il coordinatore del gruppo comunale, Gianni Cimenti, Alessandro Pittoni e io.

Mi erano stati segnalati da passanti due abeti schiantati sulla via di fuga e ho informato subito la squadra. Abbiamo ottenuto l’autorizzazione a intervenire da Palmanova e dal sindaco e abbiamo liberato la strada verso le 17. C’è l’annoso problema degli alberi a ciglio strada: su di esso non fa nulla di risolutivo in primis il Comune, cui servirebbe più polso verso i proprietari, obbligandoli a tagliare le loro piante, e poi gli stessi privati.

Se per gli alberi che si schiantano qualcuno si fa male o ci scappa il morto, saranno chiamati a risponderne tutti. Il problema degli alberi a ridosso delle strade è segnalato da anni invano anche dal collega di Fusea. Il Comune solo con gli inviti ai privati a tagliare non risolve niente.

Io ho lavorato in diversi Comuni e in vari casi il sindaco faceva ordinanza di taglio degli alberi sul ciglio della strada dando tempo per provvedere 1-2 mesi, poi eseguiva il Comune, facendo pagare al privato».

«Non può essere ogni volta – ammette l’assessore alle frazioni, Mauro Migotti – che a riaprire la strada debbano essere sempre i volontari, può capitare che non possano intervenire. Ma se la via di fuga è ostruita e proprio allora serve che si fa? I proprietari sono i diretti responsabili se accade qualcosa.

Purtroppo il regolamento di polizia urbana non ha effetto al di fuori del centro abitato ed è vero che finora i solleciti del Comune non sono serviti. Occorre una fascia di rispetto.

Cornelio Bellina, da anni – evidenzia Migotti – fa un lavoro straordinario con la Protezione Civile e come Consulta per rimuovere le numerose piante che cadono ogni anno sulla viabilità. Ringrazio la Consulta e i volontari della Protezione Civile».

Migotti si appella «ai cittadini affinché provvedano a tagliare gli alberi potenzialmente pericolosi prospicenti la viabilità pubblica», ammonendo sulle responsabilità civili e penali per eventuali danni a cose e persone. 

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