La grande bellezza del Friuli Venezia Giulia in un calendario

Martedì in omaggio con il quotidiano. Bini: in risalto il lato più autentico della regione

Lucia Aviani

“La grande bellezza del Friuli Venezia Giulia” non sta solo nei luoghi più celebrati, quelli noti in tutta Italia e all’estero per le proprie ricchezze storiche, archeologiche, architettoniche e paesaggistiche.

È al contrario un patrimonio diffuso, capillare, che si allarga fino ai borghi più remoti, a un’infinità di scorci defilati che proprio per la loro collocazione geografica si trovano tagliati fuori dagli ordinari circuiti turistici, restando così sconosciuti non soltanto ai flussi di visitatori, ma spesso anche agli stessi abitanti della regione.

È su questa constatazione, oltre che sulla consapevolezza di quanto negli ultimi anni siano mutate le dinamiche turistiche – sempre più orientate verso il contatto con la natura e l’approccio territoriale immersivo, per assaporare gli ambienti lentamente, con i ritmi delle passeggiate e della bicicletta –, che si fonda la selezione di immagini scelte per il calendario 2025 realizzato per i lettori del Messaggero Veneto e del Piccolo dal gruppo Nem, che edita la testata, in collaborazione con Promoturismo Fvg: sarà in edicola martedì, allegato gratuitamente al quotidiano.

OMAGGIO AI TESORI NASCOSTI E A GO!2025

«Questa volta – conferma il direttore generale di Promoturismo, Iacopo Mestroni – il paradigma è cambiato. Anziché dare visibilità a contesti già ampiamente noti e frequentati, abbiamo scelto di valorizzare ambiti decisamente meno attrattivi, se non addirittura ignorati, perfino dai corregionali. La decisione rispecchia il trend del momento, quello del turismo outdoor e slow, che privilegia le piccole borgate, gli spazi naturali». C’è però anche un secondo filo conduttore: quello alle porte sarà l’anno di Gorizia e Nova Gorica capitali europee della cultura, dunque ogni mese riporta il logo di Go!2025.

LA STRATEGIA DELLA REGIONE

«Credo che la scelta fotografica del calendario del Messaggero Veneto – dichiara l’assessore regionale al Turismo, Sergio Emidio Bini – sia vincente: mette infatti in risalto il lato segreto, quello più autentico, del Friuli Venezia Giulia. Valorizzare le aree interne è diventato fondamentale in un momento storico in cui chi viaggia cerca sempre più esperienze a contatto con la natura e le tradizioni locali. È arrivato il momento di promuovere la nostra terra nella sua completezza, dando al turista l’opportunità di esplorare pure le zone meno note, ma non per questo meno belle. È ciò che la Regione sta cercando di fare».

LA SCELTA DEGLI SCATTI

La selezione delle panoramiche con cui accompagnare i 12 mesi, raccontando un Friuli Venezia Giulia di nicchia, naturalmente non è stata semplice. Gli spunti e le possibilità erano infiniti: si è cercato di fare di necessità virtù, individuando i posti da premiare con la speciale “vetrina” della propria immagine abbinata allo scorrere dell’anno secondo criteri, in primis, di equità geografica, di equilibrio territoriale, per garantire pari esposizione alle quattro province; altri parametri sono stati quelli dell’appeal turistico e – dato non secondario – della qualità delle foto dei singoli ambiti prescelti.

DA POFFABRO AGLI STAVOLI DI PRATO

La carrellata si apre nel borgo di Poffabro (Pordenone), il paese dei presepi. Più che pertinente, dunque, la scelta di associarlo al mese di gennaio, come un invito ad approfittare degli ultimi giorni delle festività natalizie per raggiungere il paesino e calarsi nella magia dell’infinità di allestimenti dedicati alla Sacra famiglia e alla grotta di Betlemme.

Febbraio onora l’ossario di Oslavia (Gorizia), con una suggestiva veduta aerea che immortala il sacrario militare immerso nel verde dei vigneti; marzo suggerisce invece una tappa al fontanone di Goriuda, spettacolare cascata che sgorga in Val Raccolana, mentre aprile porta al lago di Barcis, maggio al monte San Michele, giugno al giardino botanico di Sgonico, nella calda luce dell’estate.

Luglio propone Polcenigo, agosto l’isola di Barbana, vista dall’alto, settembre il golfo di Trieste sotto il castello di Duino, ottobre il maniero di Fagagna. Novembre conduce alle foci del Timavo, dicembre agli stavoli innevati di Prato Carnico. In calce a ogni scatto non manca una serie di legende che qualificano le ambientazioni.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto