La guerriera sorridente ha smesso di lottare Giada morta a 20 anni

Raccontava la sua battaglia a più di 8 mila amici su Facebook Aveva posato da modella per fare coraggio a tutte le malate
Di Davide Vicedomini

«Sorridere sempre, non mollare mai». Era questo il motto di Giada. Guardava avanti, guardava ai progetti che avrebbe voluto realizzare: un libro e un calendario per raccontare la sua battaglia. Sperava e voleva sconfiggere quel male che la teneva in un letto d’ospedale e l’aveva costretta a continue visite al Cro di Aviano da quando era poco più che adolescente. «Questa sono io – continuava a dire ai medici che la seguivano –. Non voglio pensare alla malattia. L’importante è sorridere». Lo aveva fatto fino all’ultimo giorno. Aveva trasmesso la sua gioia di vivere e motivato altre persone che si trovano come lei fino a martedì pomeriggio.

Giada Scorza aveva solo 20 anni. Ne avrebbe compiuti 21 il tre luglio. Se n’è andata. Lei era per tutti “la guerriera sorridente” come amava essere soprannominata, tanto da aver creato un gruppo Facebook. Un personaggio pubblico seguito da oltre 8 mila persone che ogni giorno ricevevano notizie sul suo stato di salute. «Ciao! Mi chiamo Giada, ho 20 anni e lotto contro il cancro. Mi ha lasciato segni, visibili e no, ma mi sento sempre bella e forte. E voi?», così si legge nella descrizione del gruppo.

Giada non aveva paura di raccontarsi. Lo aveva fatto anche negli ultimi mesi, quando si era recata accompagnata dalla zia nello studio fotografico di Elido Turco, con la bombola d’ossigeno appresso, e varcando l’ingresso aveva detto «Voglio fare la modella. Voglio fare degli scatti per raccontare la mia battaglia». Perchè in cuor suo sperava che altre donne nel suo stesso stato uscissero allo scoperto. La speranza era quella di fare un calendario, distribuirlo attraverso i giornali della città. Far capire a tutti che c’è un altro mondo. Un mondo che lotta e sorride, nonostante il brutto male ti stia divorando.

Giada non ce l’ha fatta. Ma forse la sua eredità sarà raccolta dagli amici più cari. «Aveva una gran voglia di vivere. Proprio oggi avrei dovuto fargli vedere quegli scatti – racconta Turco –. Ma siamo arrivati troppo tardi. Ci sono comunque molte donne che si stanno avvicinando a questo progetto». «Mia figlia era una ragazza tosta – dice la mamma Margherita –. Non mollava mai. Quando stava bene guardava anche ai suoi tre fratelli minori». Giada aveva scoperto la malattia sei anni fa, quando frequentava il terzo anno dello Stringher. I dolori più forti a una gamba e poi la terribile diagnosi e il ricovero immediato a Gorizia. «Ma lei era una forza della natura – continua la madre –. Aveva mille idee per la testa, mille progetti. Se n’è andata troppo presto. Abbiamo deciso di donare le cornee così qualcuno potrà vedere con i suoi bellissimi occhi».

Giada lascia il papà Domenico, la mamma Margherita e i fratelli Kevin, Carol ed Emily. I funerali domani, alle 10.30, nella chiesa di San Paolo a Sant’Osvaldo, quartiere dove risiedeva.

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