La laurea garantisce l’impiego ma gli stipendi non sono elevati

Dopo il titolo magistrale conseguito all’ateneo udinese trova occupazione il 78,9% dei neodottori La paga media si attesta su 1.446 euro. Le performance in Friuli superano quelle a livello nazionale

I laureati all’università di Udine lavorano di più e prima degli altri, ma gli stipendi restano bassi.

La tradizione che vuole il friulano salt, onest e lavorador si riflette sul futuro dei giovani e la conferma arriva da Almalaurea, il consorzio delle università che ogni anno monitora i profili dei laureati: a un anno dal raggiungimento del titolo il 59, 7 per cento dei laureati triennale e magistrale lavora.

A livello nazionale questa percentuale si ferma al 55, 7 per cento.

Il dato si riflette anche sul tasso di disoccupazione inferiore di sei punti rispetto alla percentuale annuale.

Detto che l’ateneo friulano mantiene e migliora le sue performance, entriamo nei dettagli ed evidenziamo subito che, a un anno dalla laurea, lavora il 78, 9 per cento (in Italia 73 per cento) dei laureati magistrali, il 20, 9 per cento a tempo indeterminato, il 40, 5 per cento determinato. Il 7,4 per cento svolge attività autonoma.

Le lauree che garantiscono un lavoro certo sono Biotecnologie agrarie, ingegneria gestionale e per l’Ambiente seguite da Ingegneria elettronica (95%), Scienze e tecniche dello sport (94, 7%), Informatica (93, 9%), Ingegneria meccanica (92, 3%) e ingegneria civile (90, 9%). A guadagnare di più sono gli ingegneri elettronici che a un anno dalla laurea percepiscono 1.581 euro.

Nel tempo tutto migliora: a 5 anni dalla laurea lavora il 90,4 per cento dei laureati (in Italia l’86,6%), il tasso di disoccupazione non va oltre il 5 per cento, gli assunti a tempo indeterminato raggiungono il 60,1 per cento, mentre gli occupati a tempo determinato si fermano al 18,1 punti percentuali. Il 13,8 per cento sono liberi professionisti.

Migliorano pure le retribuzioni che arrivano a 1.446 euro con punte di 1.805 euro per gli ingegneri gestionali, 1.759 ingegneri elettronici e 1.755 gli informatici.

Peccato che le donne restino meno pagate rispetto ai maschi forse perché sono inquadrate con ruoli più bassi. Bassissime le paghe degli archeologi che a un anno dalla laurea percepiscono 413 euro al mese.

L’83 per cento dei laureati lavora nel privato, il 13, 3 per cento nel pubblico. Il restante 13, 7 per cento nel no-profit. I servizi assorbono il 58 per cento dei laureati a Udine, l’industria accoglie il 34, 6 per cento, marginale il tasso di occupazione nell’agricoltura.

«Questi dati – commenta il delegato del rettore dell’Università udinese al Placement, Marco Sartor, lo fa da Torino dove ieri è stato presentato il rapporto Almalaurea – dimostrano l’utilità ai fini occupazionali di un percorso universitario. Solo il 5 per cento dei laureati nella nostra università risulta disoccupato a cinque anni dalla laurea».

Sartor si sofferma su quest’ultimo aspetto ricordando che «il monitoraggio riferito ai giovani privi di laurea con la stessa età di chi il titolo di studio l’ha conseguito, rivela che il tasso medio di disoccupazione nazionale sfiora il 40 per cento».

Sugli sbocchi occupazionali l’università di Udine lavora da tempo e Sartor è uno dei fautori dei progetti che mirano all’incontro della domanda e dell’offerta.

Non a caso il delegato ricorda i “Mercoledì del placemente” e il “Career center” definendoli «servizi e opportunità innovative che, hanno aiutato a conseguire questi risultati».

Risultati che rileviamo anche tra i laureati triennali: a un anno dal conseguimento del titolo lavora il 77, 5 per cento dei non iscritti alla magistrale.

Oltre l’80 per cento dei laureati promuove i docenti, le infrastrutture e l’esperienza vissuta a Udine.

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