La Lega verso la scomparsa dal Consiglio regionale
UDINE. Nell’agosto 1993 Pietro Fontanini diventava presidente della Regione Fvg, tra i primi in Italia per il Carroccio. Vent’anni dopo, la Lega rischia di scomparire dal Consiglio per la sospensione della capogruppo Mara Piccin.
Uno scenario che diventa plausibile proprio nel giorno in cui arriva in Friuli il segretario federale Roberto Maroni.
La fine di un’era
La cacciata di Piccin per il suo coinvolgimento nello scandalo rimborsi, lascia poco spazio di manovra: dovrà iscriversi al gruppo Misto, riducendo ai minimi termini la rappresentanza padana in Consiglio, lasciata nelle mani dei soli Claudio Violino e Barbara Zilli. Il regolamento interno dell’Aula parla chiaro: ogni gruppo consiliare dev’essere composto da almeno tre consiglieri.
E poche speranze le lascia anche Walter Sepuca, responsabile enti locali del Carroccio: «Sappiamo che probabilmente il gruppo, restando con soli due componenti, andrà a decadere».
Cancellato il gruppo
La Lgea quindi non avrà più un proprio gruppo in Aula, dopo un ventennio vissuto da protagonista, con tre presidenti di Regione (Fontanini, Alessandra Guerra e Sergio Cecotti), decine di consiglieri e svariati assessori.
Poche alternative
In settimana il commissario Gianpalo Dozzo deciderà che indicazione dare ai suoi. Ma con Piccin nel Misto dovranno accomodarsi anche Violino e Zilli. Faranno quindi compagnia a Renzo Tondo, Giovanni Barillari, Elio De Anna e Bruno Marini. Una beffa per il Carroccio, che si ritroverebbe come capogruppo proprio Tondo, con il quale, specie nell’ultimo periodo della scorsa legislatura, i rapporti non sono stati idilliaci.
Certo, esistono delle deroghe a questa ipotesi, come già avvenuto in passato per l’Idv, e la Lega si appellerà al Consiglio. Il regolamento interno prevede che un gruppo «può essere composto da due consiglieri se assume la medesima denominazione della lista elettorale in cui sono stati eletti e purché questa rappresenti una formazione politica presente nel Parlamento».
Ma se la concessione arriverà per la Lega la stessa richiesta giungerà da De Anna e Marini, usciti dal Pdl per creare Forza Italia e finiti al Misto.
Il nodo contratti
Se sparirà il gruppo verranno meno anche gli incarichi affidati ai collaboratori, quattro tra segretarie e un addetto stampa, mentre l’assunzione di una quinta persona era in corso.
L’ipotesi dello scioglimento del gruppo è la più plausibile. Difficile, per loro, essere “ripescati” nel Misto, visto che il gruppo è già in esubero di personale e a settembre dovrà mettere presentare un piano di rientro per far quadrare i conti.
L’affollamento nel Misto
Con l’ingresso dei tre leghisti il Misto diventerebbe il gruppo d’opposizione più numeroso e, potendo contare su una doppia presenza femminile, godrebbe di una fetta maggiore di quei 306 mila euro destinati ai gruppi in Consiglio, che da 8 passerebbero e 7.
La pulizia nella Lega e Maroni
«La sorte del gruppo regionale era l’ultimo dei nostri problemi – chiarisce l’unico parlamentare Fvg della Lega, Massimiliano Fedriga –. A noi interessa dimostrarci un partito diverso dagli altri, pronto a tutelare la propria immagine e i propri militanti mettendo in atto provvedimenti di sospensione nei confronti di chi si suppone abbia sbagliato. La Lega ha scelto la linea del rigore e della serietà».
Linea promossa da Maroni, che questa mattina alle 10.30 sarà all’Ente fiera di Martignacco per parlare di Macroregione del Nord. Facile immaginare un faccia a faccia con il commissario Dozzo.
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