La leghista Piccin indagata Sospensione in arrivo
UDINE. La sorte di Mara Piccin, la capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, sarà decisa oggi. Giusto in tempo per l’arrivo, domenica mattina, del segretario federale Roberto Maroni. Il commissario Fvg Gianpaolo Dozzo ha convocato per stasera un Consiglio nazionale (che nel gergo padano equivale a “regionale”) per discutere proprio del caso Piccin. La capogruppo, infatti, dopo il susseguirsi di voci di un suo coinvolgimento nelle indagini sui rimborsi impropri durante la scorsa legislatura in Regione, ora è indagata dalla Procura di Trieste con l’accusa di peculato. A finire nel mirino del pm Federico Frezza sono state alcune consulenze affidate a un pilota di elicotteri, suo compagno, pagate con i fondi del gruppo regionale della Lega.
Quindi l’attendismo che ha caratterizzato la prima fase dell’era Dozzo (più volte ha ribadito di non voler prendere provvedimenti se non in presenza di un avviso di garanzia) dovrà ora diventare qualcosa di diverso. A chiederlo è la base del partito, stanca degli scandali che hanno coinvolto il Carroccio negli ultimi anni, a partire dal caso di Eduard Ballaman.
Dozzo questa sera chiederà l’appoggio del Consiglio nazionale, cercando quella compattezza che finora è mancata tra le diverse anime del partito. Qualcuno però è pronto a scommette che oggi, prima del vertice serale in programma nella roccaforte di Reana del Rojale, potrebbe arrivare un passo indietro da parte di Piccin. Come già avvenuto con Danilo Narduzzi, anche l’attuale capogruppo in Regione potrebbe scegliere la strada dell’autosospensione prima di subire provvedimenti ufficiali. Ad augurarselo è soprattutto chi, da tempo, chiede una svolta all’interno del movimento, un’azione di pulizia e di trasparenza per far ripartire la Lega, per ridare ai militanti quell’entusiasmo che oggi sembra perduto. In caso di sospensione o espulsione di Piccin, si aprirebbe anche la questione del gruppo in Consiglio regionale, che resterebbe soltanto con due eletti. Troppo pochi, salvo deroghe, per consentire la sopravvivenza.
Ciò che conta però, in questo momento, è riuscire a dare un segnale di svolta nel Carroccio del Fvg, anche per evitare grane al segretario federale Maroni, che domenica incontrerà all’ente fiera di Martignacco amministratori locali e militanti. Alcuni dei dissidenti sono già pronti a esternare la propria amarezza di fronte al leader del Carroccio, ma una decisione punitiva nei confronti di Piccin potrebbe calmare gli animi e riportare la pace in un movimento spaccato da mesi di tensioni, lotte intestine e sgarbi personali.
Un anno, il 2013, che per la Lega del Fvg è stato un vero e proprio calvario: prima il coinvolgimento di diversi eletti nello scandalo rimborsi, poi la scelta sbagliata delle candidature e il crollo dei consenti alle elezioni e la sostituzione del segretario regionale Matteo Piasente, infine l’ineleggibilità del consigliere Stefano Mazzolini. Oggi potrebbe arrivare la cacciata di Mara Piccin.
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