LA LETTERA DEL GIORNO Niente premi a Prodi e Berlusconi

Egregio Gervasutti, vorrei gentilmente conoscere sua opinione sulla recente proposta, arrivata da alcuni settori politici e non solo di Centrodestra, di caldeggiare al Presidente della Repubblica, la nomina congiunta di Silvio Berlusconi e Romano Prodi a senatori a vita.
La cosa di per sè potrebbe apparire del tutto irrituale se non si considerasse quanto la vita politica italiana sia condizionata oramai da ventanni da uno scontro frontale sul fattore B (Berlusconi). Un tempo non lontano, e forse lei se lo ricorda, esisteva, altrettanto fardello, invece il fattore K (Kommunism) che, si diceva, impediva al nostro paese di ritenersi compiutamente democratico in quanto ne bloccava l'alternanza di governo agli elettori che si riconoscevano nel vecchio Pci. Ora è palese che se non si trova rapidamente una via d'uscita politica, le recenti e francamente sproporzionate vicende legali del Cavaliere con connesse sentenze, rischiano di far precipitare l'agone del dibattito nell'ennesima ed inconcludente arena che ha visto, principalmente, protagonisti negli ultimi quattro lustri, da una parte all'altra della barricata, proprio Berlusconi e Prodi.
Con il paese chiamato a una ripetitiva quanto noiosa conta sull'uomo, più che sul politico, di Arcore e piuttosto che sulle reali e gravi problematiche del paese e sulle possibili soluzioni.
La nomina a senatori a vita degli insigni rappresentanti di un ventennio assai poco gratificante per la nazione e per la sua economia, sarebbe forse un modo equo, per chiudere "pari e patta" la questione senza per altro invocare, prive di mandato popolare, scorciatoie di gogna giudiziaria o carceraria e perdipiù immaginare (per alcuni) impropri baldacchini dalle parti di Piazzale Loreto.
Pierpaolo Lupieri
Tolmezzo
La risposta di Gervasutti
Mi è capitato più volte anche in questi ultimi anni di trovarmi a Milano e di attraversare a piedi quello slargo denominato piazzale Loreto; ogni volta sostavo senza una precisa volontà e giravo lo sguardo per accertarmi che percorrevo la strada giusta, ma non scattava nella mente alcun automatismo che richiamasse alla memoria i tempi terribili stampati nella storia; quand’ecco inaspettatamente il signor Lupieri risvegliare in me con la sua lettera certi ricordi legati alle immagini di Benito, di Claretta e dei loro fedelissimi appesi con la testa in giù dall’impalcatura di un distributore di benzina.
Oggi quel piazzale per fortuna è tutt’altra cosa e il tempo ha lavato anche la vergogna degli eventi. Ma veniamo all’attualità e fingiamo che ci siano nuovamente all’angolo con Corso Buenos Aires un distributore di benzina e alcune corde con cappio in attesa di essere utilizzate. Continuiamo la finzione, per carità, e chiediamoci per scherzo se quelle due teste all’ingiù potrebbero essere quelle di Berlusconi e di Prodi. Non ci sto. A parte l’aspetto immaginario e caricaturale dell’esecuzione ipotizzata, direi - quasi sorridendo - che la pena sarebbe eccessiva rispetto alle colpe maturate in questo “nuovo ventennio” dai due aspiranti ducetti; al tempo stesso, ritengo che la ventilata nomina a senatori a vita dei due ex presidenti del Consiglio costituisca un premio eccessivo rispetto ai meriti accumulati alla guida della nazione.
Non entro nel merito della loro vita privata (familiare e non), ma non mi posso esimere, in questo caso, da una valutazione dei risultati della loro azione politica. Per quanto mi riguarda, apro la finestra e con mestizia dico: questa è la loro Italia.
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