LA LETTERA DEL GIORNO Se la scuola perde prestigio

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Anche quest’anno siamo giunti alla resa dei conti:le pagelle. Senza entrare nel merito della valutazione specifica e personale dell’allievo che spetta a ciascun insegnante nella condivisione del consiglio di classe, ci sono alcune cose che voglio sottolineare e che secondo me la dicono lunga su quella che è l’attuale situazione della nostra scuola.

La tendenza alla promozione con quello che un tempo si definiva 6 politico è tornata di gran moda, spesso con grande approvazione di ragazzini strafottenti quanto immaturi e genitori irresponsabili, e, per contro, il disappunto di quelli che, per fortuna sono la maggior parte, per tutto l’anno si sono impegnati lavorando con dedizione e magari anche con qualche piccola rinuncia. Tutti, dagli insegnanti ai media, dai politici ai nostri amministratori, insistono spesso sul fatto che la scuola deve aiutare i più deboli e sostenere, incentivandoli, i più meritevoli, ma così non è.

Io credo che promuovere comunque chi non lavora correttamente durante l’anno possa essere mortificante, anzi, demotivante, per chi invece frequenta con profitto e verso cui, paradossalmente, gli insegnanti spesso tendono a non fare regali in termini di valutazioni, oltre che lanciare un pericoloso messaggio per cui le scorciatoie pagano più dell’impegno. In un momento in cui la spending review sta massacrando il nostro sistema scolastico e non solo, mi piace sperare che la scuola riesca comunque a conservare il suo ruolo educativo e formativo rimanendo fondamentale punto di riferimento nella crescita dei notri ragazzi.

Marinella Della Ricca

Udine

 

La risposta di Gervasutti

Ci mancava soltanto lo spending review per dare l’ultima botta alla scuola. Tempo di pagelle e tempo d’esami, quindi giorni di ansia, di soddisfazione e di delusione per i ragazzi e per i loro genitori. Tutto passa, resta purtroppo soltanto la consapevolezza di un degrado (a prescindere dai giudizi sugli insegnanti, non sempre esaltanti) largamente diffuso a tutti i livelli, dalle elementari all’università. Insomma, la scuola va perdendo autorevolezza e rispettabilità, pur essendo sempre un punto fondamentale per la formazione e la crescita degli uomini di domani. È un problema che interessa quasi ogni famiglia, ma nonostante si cerchi di raggiungere un miglioramento della situazione, a quanto sembra non è facile trovare la strada giusta. Mi pare sia difficile anche definire le responsabilità, che essendo piuttosto diffuse, cadono a pioggia su tante teste, cosicché diventa abbastanza agevole scaricarle su altri e continuare le lamentazioni. Non è il caso di entrare nei dettagli in questa sede, tuttavia non ci si può esimere dal valutare come e quanto sia cambiato il mondo scolastico. Certo, anche le scuole sono costrette oggi a stringere i cordoni della borsa, ma questo a mio avviso è un dato di fatto temporaneo, destinato a risolversi allorché l’economia del Paese darà gli auspicati segni di ripresa. Più difficile, per quanto possa apparire paradossale, è il ripristino nelle aule di quel clima di serietà e di impegno che dovrebbe costituire il lievito della società. È un problema che coinvolge tutti, politici, insegnanti, genitori e figli, perché senza una scuola efficiente è inutile sperare in un domani migliore.

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