LA LETTERA DEL GIORNO Una medaglia al posto dello scranno
Il Governo sta cercando di reperire i fondi per evitare l’aumento dell’Iva e guarda caso il Presidente della Repubblica ha pensato bene di nominare quattro senatori a vita. Ma stiamo scherzando!
In questo momento poi molto “particolare” che colpisce soprattutto i disoccupati, i cassa integrati, quei pensionati che non arrivano a fine mese, eccetera. Speriamo che questi quattro nuovi senatori a vita abbiano il coraggio di rinunciare alla nomina o per lo meno ai benefici economici che ne derivano. Infine, spero che quanto prima qualche partito si prenda l’onere di indire un referendum per l’abrogazione dell’art.59 della Costituzione.
Roberto Comelli, Udine
Risponde Sergio Gervasutti
Non credo che il costo di quattro senatori a vita possa incidere sull’andamento dell’economia italiana, ma non è questo il problema vero, che invece il lettore identifica e denuncia con affermazioni che personalmente condivido. Non ho nulla in contrario alla discrezionalità del Presidente della Repubblica di concedere un riconoscimento a personalità meritevoli, ma ritengo che una medaglietta (toh, anche d’oro...) sarebbe più indicata, all’occhio del cittadino, di uno scranno a palazzo Madama.
Cosa c’entra la politica con le benemerenze acquisite nella vita di tutti i giorni? Ha un bel dire il Presidente Napolitano che sono ingiustificate le polemiche suscitate giorni fa dalle nomine dei quattro personaggi da lui scelti: talvolta si può concorrere - forse senza volerlo - a determinare situazioni dai risvolti discutibili, come indubbiamente è quella sollevata dal signor Roberto Comelli. Il caso vuole, infatti, che i quattro nuovi senatori, di cui sono note le tendenze politiche, possano diventare essenziali nella decisione riguardante il futuro di Silvio Berlusconi.
A parte ogni altra considerazione, per evitare nuovi problemi in aggiunta ai già troppi che ne abbiamo, l’idea del referendum sull’articolo 59 della Costituzione a mio avviso merita attenzione, mettendo però sul piatto della bilancia anche il costo di una simile iniziativa. L’articolo 59 stabilisce che è senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica, il quale, a sua volta, può nominare un massimo di 5 senatori che “abbiano illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Tutti i Presidenti che si sono succeduti dopo De Nicola hanno fruito della facoltà, con l’unica eccezione di Scalfaro, che non ha fatto nomine.
Nel lungo elenco dei benemeriti penso sia giusto segnalare due nomi che non vi figurano: Indro Montanelli e Arturo Toscanini. Il grande giornalista e lo straordinario maestro furono nominati dai Presidenti di turno, ma il giorno stesso entrambi comunicarono la loro rinuncia. Altri tempi.
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