La “lezione” dei cinesi: affari malgrado la crisi

UDINE. Nel nome fanno l’occhiolino alla grande catena di abbigliamento “H&M”. Negli affari, scontrini alla mano, forse superano lo stesso ottimo rendimento che il grande store svedese sta realizzando anche a Udine e dintorni. Stiamo parlando di “H&Z”, il grande negozio aperto da una famiglia cinese arrivata a Udine da Varese proprio per allargare il proprio business, andando a occupare, in viale Palmanova, gli spazi lasciati vuoti da “Dal Cin”. Questo nuovo magazzino non ha ancora un mese di vita, eppure il parcheggio è sempre pieno di auto di clienti. E il sabato e domenica, l’affluenza è quella dei record.
«In effetti gli affari vanno bene - ha spiegato ieri Viviana Zhou, una dei titolari -. Il segreto ovviamente è quello di tenere tutto a prezzi molto bassi. Ma secondo noi un’ottima chance di successo arriva anche dall’offrire un’ampia gamma di scelta non solo tra capi dello stesso genere, ma pure tra quelli della tipologia più diversa. E per quanto riguarda il nome dobbiamo confessare una cosa: in realtà quell’”H&Z” non è altro che l’unione delle iniziali dei cognomi di noi due proprietari».
Dentro il magazzino di viale Palmanova c’è comunque davvero di tutto. Vestiti e scarpe, sì. Ma anche detersivi o alimenti per cani. E persino un angolino con qualche oggetto un po’ osè. O, meglio, con oggetti per la cucina forse più sfruttabili in una festa di addio al celibato o al nubilato piuttosto che tenuti nella credenza per tutti i giorni.
Il “Made in China” è ovviamente imperante, ma tra gli utensili da casa c’è qualche prodotto realizzato in Centro o in Sudamerica. Il primo impatto è quello con i vestiti. E se non fosse per le etichette e il materiale utilizzato il richiamo è assolutamente quello agli ultimi dettami della moda: maglie, felpe e giacche, tutte corredate dalle borchie appuntite che fanno tanto trendy in questo autunno-inverno 2012-2013.
Ma a colpire non sono tanto i tessuti, che decisamente hanno poco a che fare col “Made in Italy”, quanto piuttosto i prezzi. Nel settore abbigliamento non c’è nulla che costa più di 70/80 euro. E quando si arriva a cifre così alte è perchè si sta parlando di giacche di pelliccia ecologica. Persino gli abiti da sera che fanno tanto “prom” (ballo scolastico di fine anno) non superano i 40 euro.
Per il resto una felpa con pon-pon non supera i 20 euro, i jeans (anche questi borchiati) oscillano tra 15 e i 25. I giacconi, alcuni anche con piume, si fermano a 50 euro, nella versione più di lusso. Per non parlare del settore scarpe e borse: qui tutto è al di sotto dei 50 euro. Una valigia grande con rotelle può anche costare solo 25 euro.
Poco o nulla è ovviamente marchiato con i brand più conosciuti nei vari settori. Ma il discorso cambia se si parla di detersivi o di prodotti per la casa. Qui ci sono tutti i prodotti delle aziende note anche in Italia. E i prezzi sono sostanzialmente in linea con quelli di un qualsiasi altro grande magazzino, con qualche offerta comunque specifica.
Ma il segreto del successo di questo mega-store lo si comprende soprattutto quando si è in fila alla cassa. Il friulano e l’ucraino si mescolano, con qualche sfumatura di romeno, arabo e dialetto africano. In un periodo di crisi come questo un giubbotto a meno di 30 euro ha il suo fascino per tutti. E pazienza se è in simil-pelle.
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