La lunga tradizione di “casa Beltrame”: bottega degli speziali divenuta farmacia

UDINE. Le signore indossavano abiti lunghi fino a terra e gli uomini passeggiavano con la bombetta e il bastone quando lo speziale Luigi Vittorio Beltrame, nel novembre del 1900, acquistò la farmacia che si affacciava sulla piazza chiamata allora Vittorio (con Emanuele sottinteso).
Sopra la farmacia, a quel tempo abitava il famoso geografo Achille Tellini, un paladino nello studio dell’esperanto, passione che aveva preso molto piede a Udine. Al suo inventore, il medico polacco Zamenhof, era stato dedicato perfino un busto a mosaico che era stato collocato su un lato dell’edificio e poi, negli anni Sessanta, quando avvenne il restauro, donato dal dottor Gino Beltrame al Comune che lo ha posto sul muro del colle in castello, ora visibile dal lato di piazza Primo maggio.
Sono piccoli ricordi, coriandoli di storia cittadina, reminiscenze dense di affetto e calore che, come sempre succede, spuntano fuori quando si tocca un tasto sensibile della “vecchia cara Udine”, che è stato narrato immancabilmente in uno dei bellissimi libri che le sono stati dedicati.
Su una delle pagine del giornale di ieri campeggiava la notizia che la farmacia Beltrame, dopo settant’anni , non effettuerà più, a partire dal primo gennaio il servizio notturno, per le ragioni che sono state spiegate dalla titolare Nicoletta Rossi Beltrame.
Una volta letti titolo e articolo firmato da Alessandro Cesare, è scattato subito un campanellino per andare a recuperare un libro del 2004, che si intitolava “Casa Beltrame in Udine. Storia di una farmacia” nel quale, leggendo i testi scritti da Vittoria Masutti e Giuseppe Bergamini, si entra d’acchito nelle atmosfere di un ambiente e di una piazza attorno ai quali aleggia lo spirito udinese più genuino.
Per esempio, la dottoressa Masutti evocava come tra gli amici-clienti di Beltrame ci fosse stato anche Tita Marzuttini, musicista e poeta (che era proprietario, tra l’altro, dell’auto con targa numero 1 in provincia), il quale musicò alcuni versi composti dallo stesso speziale per reclamizzare un suo prodotto, si trattava di un’acqua di colonia che fu chiamata “Scjarnete”, una vera delizia per molte signore udinesi.
C’è da dire che, a quei tempi, la bottega conservava ancora un po’ l’impronta delle vecchie spezierie: oltre ai medicinali, che spesso erano preparati in forma galenica, infatti, si vendevano anche altri generi come le pellicole fotografiche e c’era poi una piccola mescita di elisir e alcol.
Questo lato della nostra piazza più famosa, secoli fa detta popolarmente anche “plazze dal vin o di San Zuan”, fu sempre un luogo privilegiato per le spezierie e la prima, come attestano i documenti, risale al 1384, oltre seicento anni fa, quando in zona apparve anche il fiorentino Rigo, la cui bottega divenne in breve tempo un ritrovo per i tanti toscani immigrati, che erano in fuga dalla loro terra.
La famiglia Beltrame, come detto, apparve esattamente 120 anni fa e rilevò l’attività da Luigia Coz de Vincenti Foscarini, che l’aveva gestita precedentemente con l’insegna “Alla speranza”.
Molto ci sarebbe ancora da dire, come narra il libro, sugli aspetti architettonici e artistici dell’edificio, tra “cantinelle” dipinte rinascimentali e affreschi barocchi. Tutto questo custodisce il fascino nascosto di Udine. E una farmacia così storica lo conferma in pieno.
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