La madre di Trifone: «Basta infangarlo»

PORDENONE. Una polemica a distanza finita in primo piano anche su Canale 5.
Sale la tensione tra la famiglia Ragone, Giosuè Ruotolo, indagato per il duplice omicidio, e il suo difensore Roberto Rigoni Stern.
Sulla stampa nazionale è stata ripresa nei giorni scorsi una dichiarazione attribuita proprio all’avvocato Rigoni Stern su Trifone in merito ai messaggi partiti dal profilo Facebook anonimo che secondo l’accusa potrebbe essere stato creato dallo stesso Ruotolo e utilizzato anche dalla fidanzata Rosaria, indagata con imputazione alternativa per istigazione o favoreggiamento.

Del caso si è parlato nell’ultima puntata della trasmissione Mattino Cinque condotta da Federica Panicucci alla quale sono intervenuti come ospiti Eleonora e Francesco Ragone, madre e padre di Trifone, ucciso il 17 marzo assieme alla fidanzata Teresa Costanza in via Interna.
Presenti alla trasmissione anche gli avvocati della famiglia Ragone, Serena Gasperini e Daniele Fabrizi. Eleonora, tenendo sempre in mano una grande foto dei fidanzati uccisi, si è sfogata attaccando anche l’avvocato di Giosuè.
«Sono profondamente rammaricata dalle parole del legale della persona accusata di aver ucciso mio figlio e mia nuora – ha sottolineato Eleonora –. Avrebbe detto che dal profilo Facebook anonimo non sarebbero partiti messaggi molesti verso Teresa ma solo avvertimenti sull’atteggiamento libertino di Trifone.
Io posso dire qual’era il tenore morale di mio figlio. Era un uomo perfetto. Anche Teresa era una persona esemplare. Non siamo più disposti a sopportare che la loro memoria venga infangata».
«Ormai – ha aggiunto –, sono passati dieci mesi dal delitto, non vogliamo che ci siano ulteriori depistaggi». La mamma di Trifone ha poi fatto riferimento ai rapporti tra Giosuè e Trifone: «La difesa parla di un rapporto sereno tra due amici e commilitoni, cosa che non sembrerebbe confermata da quanto sta emergendo dalle indagini»
«Abbiamo grande rispetto nei confronti delle due famiglie interessate dall’omicidio – ha replicato Rigoni Stern –. Esiste un profilo Facebook ma non siamo in grado di comprendere appieno il tenore di queste conversazioni visto che noi, come difesa, non abbiamo mai potuto avere accesso a quei contenuti ed è impossibile sapere se ci fossero conversazioni di ammonimento.
Attendiamo anche noi di sapere che cosa emerga effettivamente da tutti i supporti informatici esaminati. Dispiace constatare che ci sia un atteggiamento di rivalsa verso Giosuè, che ad oggi è semplicemente indagato. Bisognerebbe concentrare l’attenzione sulla materialità: la presenza sul luogo del delitto, l’ uso dell'arma e non ci sono indizi a carico di Giosuè da questo punto vista. Non si possono emettere sentenze preventive».
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