La madre: è solo un padre che ha sbagliato

La donna si appella alla famiglia Puzzoli: «Mio figlio deve pagare, ma mi lascino vedere mia nipote»
Udine 12 Aprile 2014 Sentenza processo Manduca TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti
Udine 12 Aprile 2014 Sentenza processo Manduca TeleFoto Copyright Petrussi Foto Press / Bressanutti

UDINE. Vincenzo Manduca ha accettato la sentenza ed è pronto a scontare la pena, serenamente. Ha rifiutato il rito abbreviato, ha rifiutato gli sconti di pena e, adesso, ha già comunicato ai suoi avvocati che intende rifiutare di ricorrere in appello.

«All’inizio non ero d’accordo con la scelta di mio figlio, non lo era nessuno in famiglia». A parlare è Maria Pisano, la madre di Vincenzo. «Poi gli siamo stati accanto e lo abbiamo appoggiato perché questa era la sua volontà, voleva solo raccontare le sua verità dei fatti, voleva che si sapesse, non intendeva fare altro - chiarisce Maria Pisano -. Quanto all’appello - aggiunge – non so se cambierà idea, ma visto che non ha mai avuto giustizia quando l’ha chiesta perché dovrebbe cercarla in appello?» si interroga Maria Pisano. Perché un figlio è sempre un figlio. E non si smette di volergli bene perché fa qualcosa di sbagliato, nemmeno se è qualcosa di terribile. «Sapevamo che la sentenza sarebbe stata dura - ammette - ce l’aspettavamo. Come madre ho vissuto con l’angoscia questi due anni, ma c’era anche la rassegnazione, una ragazza non c’è più, quindi è giusto che sia così, è giusto che Vincenzo affronti le sue responsabilità, ciò che conta è che non venga visto come un uomo che ha perseguitato una ragazza fino ad ucciderla, ma come un padre che ha sbagliato».

Infine un appello alla famiglia Puzzoli, quello di una nonna che ama la sua nipotina. «Io non ho colpa per quello che è successo, chiedo solo che mi lascino vedere la bambina, che mi permettano di instaurare un minimo di rapporto con mia nipote».

Per l’avvocato Manuela Pasut che con il collega Andrea Coluccia ha difeso Manduca «l’esito del processo rappresenta una sconfitta per tutti quei padri che lottano per i loro figli e che si vedono mettere i bastoni fra le ruote». La Pasut ha comunque ammesso di aver accolto «con molta serenità una sentenza che era scontata a fronte di un reo confesso ed è giusto che ci sia una pena severa per un reato così grave, anche se è stato evitato l’isolamento».

Più volte l’avvocato ha cercato di indurre Manduca a scegliere il rito abbreviato che gli avrebbe garantito lo sconto di un terzo della pena. «Sapeva a cosa andava incontro - riflette la Pasut - ma voleva solo raccontare la sua storia, potranno togliergli la potestà genitoriale, ma resterà sempre un padre».(a.c.)

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