La maestra: «Quello che fa male è la svalutazione del nostro servizio»

UDINE. Due assunzioni in ruolo nel 2015 e nel 2019 sempre nella scuola primaria: Astrid Acciardi è una delle 649 maestre che hanno partecipato al concorso-sanatoria in Friuli Venezia Giulia, per mettere in salvo la cattedra.
La lunga graduatoria di merito del concorso-sanatoria 2019, riservato ai diplomati magistrali e per altre categorie ristrette di precari, sarà assorbita dalle nomine in ruolo nei prossimi anni, dopo le prime 134 assunzioni in corso.
«I 12 anni di supplenze da precaria nella scuola sono stati meno problematici di tre anni di ruolo “con riserva”, dopo il 2015 – Astrid Acciardi dà voce al calvario dei diplomati magistrali –. Il “vero” incubo del precariato l’ho vissuto con la prima assunzione a tempo indeterminato.
È cominciato uno stillicidio di preoccupazione, ansia: le sentenze del Tar e Giudice del lavoro hanno riconosciuto il valore abilitante dei diplomi magistrali entro il 2002, ma sono partiti i ricorsi».
I ricorsi hanno potuto mettere in discussione l’accesso dei diplomati magistrali entro il 2002 nelle graduatorie Gae e anche il reclutamento a tempo indeterminato: sotto l’albero di Natale 2017 è arrivata l’amara sorpresa l’espulsione delle maestre, anche di ruolo.
Una “bomba a orologeria” che ha coinvolto oltre 500 insegnanti nelle primarie regionali, con il picco di circa 400 nel Friuli Occidentale.
«Quello che fa più male alla dignità professionale è la svalutazione del nostro servizio nelle scuole statali – ha sottolineato la maestra Astrid –. La seconda nomina in ruolo 2019 ha interrotto la continuità didattica nella scuola di appartenenza: ho dovuto scegliere una sede diversa 2019-2020 e non è finita. Per tre anni non potrò trasferirmi: in fondo è come essere ostaggi che subiscono un’ingiustizia».
La prima raffica di sentenze di merito era partita per 67 insegnanti precari e di ruolo nel 2018: sentenze negative della Corte d’appello di Trieste che erano arrivate all’Ufficio scolastico di Pordenone. Le proteste dei sindacati confederali e autonomi si sono messe di traverso ai licenziamenti annunciati: fra le prime lettere con il “giudizio di merito” quella ricevuta da una maestra di Maniago.
«Ho presentato ricorso in Cassazione contro il licenziamento – la docente Antonietta Rimpatriato è ancora in cattedra –. Non mi arrendo. Il problema a scuola saranno le cattedre vuote».
«Dal 2017 altri accessi nelle graduatorie Gae di diplomati magistrali ricorrenti – hanno segnalato i funzionari degli Uffici scuola –: soprattutto a Pordenone». Flussi da Sicilia, Calabria, Campania e altrove: tutti precari inseriti “con riserva”. —
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