La medaglia d’oro Del Din, 98 anni: «Se gli ucraini devono fare la guerra, bisogna armarli»
UDINE. «Siamo tutti contro la guerra ma questo non significa che dobbiamo evitare di inviare le armi a chi deve difendersi». Paola Del Din, medaglia d’oro al valor militare, analizza la guerra in Ucraina sulla base della sua esperienza di vita vissuta.
Alla sua veneranda età, compirà 99 anni in agosto, la signora della Resistenza che non manca a un appuntamento, si mette dalla parte dei combattenti per la libertà – il termine partigiano non le piace – e aggiunge: «Se i militari devono fare la guerra bisogna armarli».
Senza entrare nella polemica, Del Din esprime una posizione diversa da quella dell’Anpi, l’associazione dei partigiani finita nel tritacarne mediatico dopo aver chiesto una commissione di inchiesta sulla strage di Bucha.
PER APPROFONDIRE:
«Nell’Anpi – si limita a dire Del Din – sento ancora una vena politica, devono avere qualche problema interno sul quale non voglio entrare anche perché ora, rispetto al passato, sono più equilibrati».
«Nel momento in cui combattiamo dobbiamo prepararci alla guerra. Tutti ci battiamo per la pace, ma questo non può impedirci di inviare le armi a chi deve difendersi come l’Ucraina».
Del Din è una donna concreta: «Non sono convinta che le sanzioni siano sufficienti per bloccare la Russia». Con lo stesso piglio ricorda che è stata la Russia a invadere l’Ucraina, che l’ha fatto perché vuole appropriarsi delle ricchezze di quei territori, comprese quelle del Donbass, e di fronte a queste certezze aggiunge: «I militari devono lottare come lottano i cuochi per far funzionare la cucina. Se poi uno lo fa volentieri mentre altri lo ritengono sgradevole questo è un altro discorso».
La medaglia d’oro al valor militare ritiene indispensabile la preparazione, compresa quella militare, «altrimenti – insiste – ci esponiamo a qualsiasi incidente».
Paola Del Din si sofferma anche sull’eccesso di democrazia che rischia di bloccare l’operatività di ognuno di noi. «A forza di cedere perché a uno piace il rosso e ad altri il verde, non si accontenta nessuno».
Lo sottolinea quando le si fa notare che l’Anpi si batte per la pace appellandosi all’articolo 11 della Costituzione che recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
Lei condivide: «Anche in passato abbiamo lottato contro la guerra, ma questo non significa che se uno Stato viene attaccato non debba difendersi». Da combattente per la libertà, Del Din si prepara alla Festa della Liberazione durante la quale intonerà “Bella ciao”: «Non è una – conclude – una brutta canzone».
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