La missione dal Friuli al “Villaggio Italia” in Kosovo

L’impegno dei 50 uomini dell’Ottavo reggimento trasporti di Remanzacco, di supporto alla Nato.

REMANZACCO. Il Friuli continua a dispiegare i suoi uomini in divisa nei teatri operativi internazionali. Dopo i 500 bersaglieri della “Leccis” di Orcenico Superiore inviati come riserve a presidiare la provincia di Mitrovica, in ebollizione a nord del Kosovo, e i 1200 uomini della brigata “Ariete” di Pordenone, in missione Onu a Shama, sud del Libano, ecco i 50 uomini dell’Ottavo reggimento trasporti di stanza a Remanzacco nella “Severino Lesa”, inviati a “Villaggio Italia”, base a Peja/Pec del contingente italiano in Kosovo, per costituire l’ossatura del Gsa, il Gruppo supporto aderenza.

Partiti il 30 luglio scorso, i militari di Remanzacco, quasi tutti originari o residenti in provincia di Udine, sono diventati ufficialmente operativi il 4 agosto, durante una cerimonia che ha visto il loro comandante, il tenente colonnello Carlo Tornaboni di Udine, prendere le consegne dell’incarico direttamente dalle mani del colonnello Sebastiano Longo, comandante del Multinational Battle Group West a Belo Polje, di fronte alle maggiori autorità militari italiane, locali e della Nato.

Tornaboni si trova ora a gestire del personale composto complessivamente da 100 unità, e per i prossimi quattro - sei mesi dovrà organizzare la logistica che riguarda tutte le Forze Armate italiane spiegate in Kosovo e non solo. «Quello di cui rispondo è un ente interforze costituito, oltre che dall’Ottavo di Remanzacco, da componenti dell’esercito, marina, aeronautica e anche guardia di finanza» spiega il tenente colonnello dal suo ufficio. «Il lavoro è complesso perché, oltre a questa base, dobbiamo gestire la logistica delle unità dei carabinieri nella capitale Pristina e l’11esimo bersaglieri di Orcenico schierato a nord del paese nel campo francese di Novo Selo.

Non ultimo dobbiamo coordinare “Amiko” (Aeronautica Militare Italiana in Kosovo) uno dei due aeroporti del Kosovo, a Djacovica». E’ questo l’unico aeroporto militare italiano all’estero, che entro qualche anno dovrebbe essere dismesso e consegnato alle autorità locali. «Gestiamo i rifornimenti di qualsiasi tipologia: materiali per il mantenimento dei mezzi, carburanti, viveri per la mensa. Siamo responsabili del supporto sanitario, delle infrastrutture degli alloggi, mense, officine, locali di uso comune. Gestiamo i trasporti da e per l’Italia e fino al porto di Durazzo».

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