La moda e la bellezza a Est aprono il cartellone estivo di Spilimbergo Fotografia

Al Museo delle Coltellerie di Maniago gli scatti dei maestri contemporanei croati. Quattordici rassegne in programma, e i premi a Cresci, Paviotti e Uwe Ommer

SPILIMBERGO. Con l’inaugurazione al museo delle Coltellerie di Maniago della collettiva Selling Dreams, la fotografia di moda in Croazia si è aperta la ventisettesima edizione di edizione di Spilimbergo Fotografia, tradizionale appuntamento d’arte fotografica che caratterizza l’estate in regione targata Craf, il Centro di ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo.

Un’edizione che, spiega il coordinatore del sodalizio Walter Liva che volgerà, anche per il 2013, lo sguardo alle realtà culturali mitteleuropee puntando l’obiettivo in particolare sugli autori di lingua germanica, non dimenticando però l'amicizia ormai consolidata con quelli che lo stesso Liva definisce «gli amici croati»; e naturalmente mantenendo fede alla mission di polo per le attività di ricerca e di valorizzazione del patrimonio fotografico d’interesse regionale.
E proprio dalla Croazia arrivano le foto che compongono l'esposizione di Maniago, curata da Sandra Vitaljic, docente all’Accademia di belle arti di Zagabria, che ha riunito un vero e proprio dream-team di professionisti. «Non è stato difficile scegliere personalità in grado di rappresentare il meglio della fotografia di moda croata, quanto pescare nei loro archivi soltanto alcune opere» spiega Vitaljic.

La collettiva, esposta per la prima volta al Photodays Festival di Rovigno, presenta, infatti, i migliori fotografi di moda croati: Mladen Šaric, Romano Decker, Dejan Kutic, Bruna Kazinoti, Mare Milin, Ivana Vucic, Sanja Bistricic e Marko Grubišic.
L’inaugurazione ufficiale della kermesse, è prevista per sabato 20 luglio, a palazzo Tadea, casa della cultura della città del mosaico. Quattordici le mostre in programma tra luglio e settembre, che vedranno la fotografia italiana ben rappresentata da Mario Cresci e Mauro Paviotti, vincitori del premio Friuli Venezia Giulia Fotografia 2013 mentre l’International Award of Photography andrà al tedesco Uwe Ommer, talento internazionale dell’obiettivo.
Mostre che, ricorda Liva «sono il biglietto da visita del Craf, i cui progetti fanno spesso il giro del mondo, dal Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo al Guggenheim di New York al Museo di Roma in Trastevere, solo per citarne alcuni».

Allo stesso modo, la credibilità acquisita in Italia fa sí che molti importanti fotografi, o le loro famiglie, conferiscano al Craf i loro archivi e le loro biblioteche: da Ilo Battigelli a Tullio Stravisi, da Aldo Beltrame a Carlo Leidi, da Giandomenico Vendramin a Orio del Mistro fino Carlo Bevilacqua.
Le mostre di Spilimbergo Fotografia 2013 sono articolate in tre gruppi tematici: Il Mondo Contadino del 900; Tra la Mitteleuropa e l'Est e Lungo l’Adriatico oltre, naturalmente ai Premiati 2013.
Ne Il Mondo Contadino nel 900, un’articolata mostra sarà dedicata alla storia delle campagne del Friuli Venezia Giulia, una seconda ad Arkadyi Shaikhet e al mondo contadino nella Russia negli anni 30, la terza alla Cina nei primi anni 70 fotografata da Carlo Leidi e infine un ricordo di Pier Paolo Pasolini e del suo ambiente friulano.

Tra la Mitteleuropa e l’Est metterà in evidenza la Salzstrasse dalla Carinzia a Salisburgo nelle fotografie di Burkard Kiegeland e Willie Osterman, il progetto IBA (Internationale Bauaustellung) curato da Uwe Jacobshagen con uno staff di fotografi provenienti da Germania, Polonia, Cechia, Slovacchia, Francia e Italia, sulle aree tra Germania e Polonia; Branko Lenart che ha documentato l’ultimo viaggio in Stiria della grande fotografa Inge Morath, moglie di Arthur Miller e appartenuta al gruppo iniziale dei fotografi dell’agenzia Magnum e poi la collezione del prestigioso Museum der Moderne Salzburg (Rupertinum) promossa dal Comune di Pordenone.

Infine, Lungo l’Adriatico presenterà la serie di mostre che da Venezia, di Roberto Salbitani, giunge a Trieste e al Carso di Tullio Stravisi, alle Marche con Mario Giacomelli, all'Albania di Pietro Marubi.

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