La “movida acustica” divide gli esercenti
Alla fine l’approvazione in consiglio comunale è arrivata, dopo slittamenti e un lungo confronto, ma il via libera dell’assemblea civica costituisce soltanto un primo passo verso l’effettiva applicazione pratica della delibera sulla movida. Anzi, proprio adesso prendono forma difficoltà in parte impreviste, legate in particolare ai tempi di avvio della sperimentazione che consentirà ai locali pordenonesi di protrarre iniziative di intrattenimento musicale e concerti anche oltre le 23.30 – in deroga al regolamento comunale – arrivando fino all’una di notte, a condizione che la musica sia acustica e non amplificata.
Il testo della delibera approvata dal consiglio comunale prevede che la deroga sia valida nelle serate del venerdì e del sabato del mese di giugno. Resterebbero dunque ancora soltanto tre fine settimana disponibili, ma in questo momento non sembrano esserci i presupposti per far scattare subito la sperimentazione. «Non ci sono i tempi tecnici per partire già in questo week end e temo che sia impossibile organizzare qualcosa anche entro la fine della prossima settimana – sottolinea Enrico Focone presidente del Gruppo provinciale Ascom Fipe dei Pubblici esercizi –. I gruppi e i singoli musicisti hanno già i loro impegni e per proporre delle serate musicali di standard qualitativo adeguato serve un lavoro organizzativo che richiede tempo. La soluzione migliore potrebbe essere quella di partire direttamente in luglio, in modo da poter allestire delle iniziative di intrattenimento che coinvolgano l’intera città». Nella delibera, però, si fa come detto preciso riferimento al mese di giugno.
«Questa delibera, dal punto di vista dei contenuti, va comunque giudicata positivamente – evidenzia Focone – e non c’è dubbio che possa aiutare noi esercenti a ravvivare Pordenone e a rendere la città più attrattiva. contribuendo a valorizzare il centro urbano. Ma non vorremmo che fossero solo eventi musicali isolati e fini a se stessi. Va preparato un programma che sia il più possibile coordinato e condiviso. Sarebbe bello organizzare serate che puntino anche alla valorizzazione dell’enogastronomia locale e dare spazio ai tanti talenti delle scuole di musica pordenonesi. Inoltre si può pensare a iniziative destinate ai bambini».
Intanto, però, gli esercenti pordenonesi appaiono divisi nei giudizi sull’utilità della sperimentazione che consente di protrarre la musica acustica fino all’una. Le perplessità emergono in particolare tra i titolari che hanno dovuto fare i conti nel recente passato con le proteste dei cittadini che risiedono vicino ai locali e con i contestuali interventi dei vigili urbani. «A me era capitato di vedermi bloccare un concerto alle 19.10, dopo aver pagato il gruppo musicale e la Siae – racconta Paolo Malvani, titolare del wine bar “La pecora nera” in piazza XX Settembre – e in passato mi era accaduto anche un altro episodio analogo. Auguro miglior fortuna ai miei colleghi che vorranno approfittare di questa sperimentazione ma per quanto mi riguarda non ne voglio più sapere di organizzare intrattenimenti con musicisti. Non intendo spendere 300 euro per pagare chi suona più altri 50 euro per la Siae per un concerto acustico senza una garanzia sul ritorno economico. Il tutto con il rischio che qualche residente della zona trovi comunque modo di protestare anche per un concerto acustico. Consideriamo poi che in estate, nei week end, i giovani preferiscono comunque spostarsi nelle discoteche e nei locali fuori città ».
«Da noi era successo che arrivassero proteste addirittura nel tardo pomeriggio o alle 20, per un semplice piano bar: tastiera e voce – ricorda Max Battisti, titolare de “La Piazza DrinkArt Cafè” in piazza XX Settembre -. I vigili avevano preso atto della situazione e ovviamente non avevano fatto il verbale visto che non c’era alcun disturbo della quiete pubblica. Con questi presupposti ho la sensazione che qui proporre un concerto acustico o amplificato sia lo stesso. Se alle 23.30 scattano comunque delle restrizioni allora tanto vale lasciar perdere. Magari terrò una chitarra acustica nel locale, dietro il bancone, a disposizione di eventuali clienti che abbiano voglia di suonare un po’».
A guardare con maggiore ottimismo all’iniziativa è Stefano Reschiotto del Bar Posta, in piazza XX Settembre: «Noi avevamo smesso di proporre frequenti intrattenimenti musicali visto che si registravano lamentele già verso ora di cena ma adesso la possibilità offerta da questa sperimentazione è sicuramente interessante. A questo punto penso che potremo riprendere con le iniziative musicali». Valutazione positiva anche da parte di Alberto Trevisanuto del Pn Bar di viale Cossetti: «Certo, non stiamo parlando della soluzione definitiva al problema del mortuorio che caratterizza le serate pordenonesi ma si tratta di un’iniziativa che indubbiamente potrà dare una mano, aiutandoci a rendere più attrattiva la città. Anch’io sto valutando se proporre delle iniziative musicali acustiche nel mio bar. É chiaro che dovremo verificare anche quando questa sperimentazione potrà effettivamente essere messa in pratica».
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