La operano in ospedale ma dimenticano una garza nella schiena

Il corpo estraneo è stato asportato cinque mesi dopo. L’Associazione diritti del malato ora chiede il risarcimento

UDINE. La operano alla schiena, ma dimenticano di rimuovere una garza di 4,5 centimetri al termine dell’intervento chirurgico.

È durata cinque mesi l’odissea di una pensionata udinese, tormentata da dolori alla schiena e alla gamba dopo aver subito a un intervento chirurgico per una stenosi del canale lombare (vale a dire una riduzione del diametro del canale vertebrale) nel novembre del 2014.

La donna è stata sottoposta a una laminectomia (l’asportazione chirurgica della lamina di due vertebre) ma da allora sono cominciati i suoi guai. «Già immediatamente dopo l’intervento mi accorgevo che qualcosa non andava, infatti, oltre ai fortissimi dolori alla gamba destra, non riuscivo ad alzarla e sentivo come se fosse stata di legno» racconta la signora.

Dimessa un paio di settimane dopo l’intervento, la donna non si è più ripresa. Continuava a rivolgersi al medico di base che le prescriveva antidolorifici, ma i dolori non cessavano.

È finita all’Associazione diritti del malato la vicenda di una pensionata udinese.

«Dopo due mesi di inutili interventi farmacologici la mia dottoressa decideva di rivolgersi alla Chirurgia Vertebro midollare che consigliava una Tac e una risonanza magnetica – riferisce – nonostante i fortissimi dolori che invalidavano totalmente la mia quotidianità venivo sottoposta a risonanza magnetica solo il 22 aprile, quindi ben cinque mesi dopo il primo intervento».

A quel punto, gli accertamenti diagnostici evidenziavano «una massa di natura incerta».

«Da quel momento, oltre ai dolori che mi tormentavano si è aggiunto anche il terrore di essere ammalata di tumore» è il racconto della pensionata.

Ci sono voluti altri 43 giorni dopo la diagnosi per scoprire la causa di quei dolori: una garza dimenticata nell’intervento dell’11 novembre 2014.

«Al momento continuo ad assumere farmaci e la situazione della gamba è ancora molto compromessa» commenta la donna, che si è rivolta all’Associazione diritti del malato di Udine.

«In questo caso – afferma la presidente Anna Agrizzi –è evidente la responsabilità medica. Si tratta di dimenticanze tutt’altro che infrequenti – osserva l’avvocato Agrizzi –, ma era doveroso accertare la causa dei dolori e operare subito, perché la signora ha sofferto molto a causa di questo problema. Abbiamo segnalato l’episodio dall’Azienda, ci aspettavamo delle scuse che non sono arrivate, ora stiamo procedendo con una richiesta risarcitoria».

L’Azienda ospedaliera ha risposto con una lettera: «I sintomi accusati non sono stati descritti durante la degenza – si legge nel documento –, nè hanno spinto la paziente a contattare il reparto in anticipo rispetto alla data prevista per il controllo. La sintomatologia accusata dalla paziente era possibilmente relativa a una stenosi residua del canale spinale. Il corpo estraneo, considerata la sua localizzazione, l’obiettività clinica, la sintomatologia e il territorio di irradiazione, non era responsabile di alcun sintomo».

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