La paralisi della riforma dell’Ater unica I COSTI

Ridotti i Cda, ma il taglio di dirigenti e personale è lontano. Tensioni sulla gestione di Trieste: già assegnati gli incentivi 2013

UDINE. Cinque Ater e una razionalizzazione che ancora non c’è. Anzi. Crescono le tensioni per gestioni tra le aziende territoriali per l’edilizia residenziale molto diverse tra loro. Per un costo delle posizioni di vertice di cui non si intravedono i tagli. E per le due Ater di Trieste e Gorizia che hanno spese sbilanciate rispetto ai “cugini” di Udine, Pordenone e dell’Alto Friuli.

L’ultimo esempio viene dai premi di risultato 2013 approvati per Trieste. Un costo di 933 mila euro per gratifiche ai dipendenti assegnate con criteri lontani dalle altre aziende, come la possibilità di anticipare al 30 giugno 2013 il 50% dei premi, unico esempio in regione.

Ma a Trieste è considerevole anche il divario degli affitti rispetto alle altre città, perché a parità di reddito nel capoluogo di regione le locazioni costano la metà. La riforma dell’Ater unica regionale è stata confezionata dall’ex governo di Renzo Tondo.

Le redini di ciò che dovrà essere sono ora in mano al centrosinistra. E qualcuno sussurra che l’Ater non sarà unica. Che ci sarà spazio per due aziende così da tutelare l’“indipendenza” di Trieste.

Il taglio dei Cda

È tutto scritto nella relazione elaborata dalle Ater su commissione della Regione e finita sul tavolo di presidente e assessori. Le modifiche introdotte dal centrodestra hanno portato al taglio di 27 nomine per un risparmio di 215 mila euro.

Da cinque Cda composti ciascuno da cinque persone – di nomina politica – si è passati a un Cda unico a 10 componenti – di nomina politica – che ha debuttato a fine marzo. E da cinque collegi sindacali con tre professionisti ciascuno si è approdati a un collegio sindacale unico a tre. Le nomine erano 40, oggi sono 13, per un una minore spesa di 215 mila 464 euro.

In attesa del taglio del personale

È uno scoglio da superare, previsto nella riforma ma non ancora attuato. Oggi i dipendenti delle cinque Ater sono 379 e costano poco più di 20 milioni l’anno (come riportato nelle tabelle). Si dovrebbe passare a 33 persone in meno, 28 dipendenti e cinque dirigenti.

Il risparmio ipotetico annuo è stato calcolato in 2 milioni e 66 mila euro. Tra tagli a Cda e personale la minore spesa annua sarebbe di quasi due milioni e mezzo e di oltre quattro in cinque anni.

Un milione per cinque direttori

Nella parte che riguarda il personale la riforma è congelata. E nessun direttore generale può ipotizzare di tagliare se stesso. I cinque direttori oggi costano alle aziende poco meno di un milione.

Il futuro contempla un solo direttore generale e quattro direttori di sede. La battaglia su chi sarà il super-manager è aperta.

I premi di Trieste: 933 mila euro

Il capoluogo di regione è quello con il patrimonio immobiliare più ampio, vero. Ma basta a giustificare il divario di costi e affitti rispetto alle altre Ater? Qualcuno comincia a dire di no. L’ultimo esempio di disparità arriva dai premi ai dipendenti.

La delibera è stata approvata dal Cda unico regionale il 20 giugno. Secondo gli accordi sindacali al personale di Trieste (147 dipendenti) andrà quasi un milione, 933 mila euro, dei quali 551 mila per la redditività, 288 mila per la produttività e 94 mila ai “quadri”, cioè ai quasi dirigenti. Un abisso rispetto agli incentivi nelle altre quattro aziende. Non solo.

I premi vengono distribuiti per il 75% in base alla retribuzione che un dipendente già ha e per il 25% in base ai progetti realizzati. E ancora. Quella triestina è l’unica Ater in regione che al 30 giugno ha anticipato ai dipendenti i premi per la redditività 2013, cioè 275 mila e 500 euro.

Il resto, per tutto il personale, arriverà tra luglio e agosto 2014. L’uniformità tra le cinque Ater è ancora lontana.

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