La passione per il basket e una forza straordinaria, il racconto del coach di Matteo: «È un dolore immenso»
Londero è l’allenatore di Pittana, morto a 20 anni. Era nella Bmw finita nel Ledra. Si erano visti due settimane fa in un pub
GEMONA. L’aveva incontrato due settimane fa in un pub di Gemona e subito si erano messi a parlare della passione che li accomunava, il basket.
Matteo si trovava lì con il papà Luca e quando il coach del Gemona Basket David Londero l’ha visto, gli ha chiesto quando sarebbe tornato in campo. L’aveva allenato dal 2018 fino al 2020.
Matteo militava prima con l’under 16 e poi con l’under 18. Era un po’ di tempo che non si vedevano, eppure il loro legame era rimasto forte. Qualche aggiornamento sul lavoro e poi via, a confrontarsi sullo sport, quello che Matteo amava di più. E amava parlarne con chi l’aveva praticato per tanto tempo in serie A e pure in nazionale come il suo coach Londero.
«Mi ha detto subito che il basket gli mancava davvero tanto – racconta il coach – e che se avessimo fatto una nuova prima squadra lui sarebbe ritornato a giocare assieme a noi. Era un’idea che aveva accolto con grande entusiasmo».
«Quello che ricordo di Matteo – prosegue Londero – era la sua straordinaria solarità. Non l’ho visto mai una volta arrabbiato, mai con il broncio, mai una parola fuori posto con i suoi compagni o con gli avversari. Era dotato di una bontà unica e poi era sempre allegro dentro e fuori dal campo. Era vivace e divertente, un ragazzo d’oro, il compagno che tutti vorrebbero avere nella propria squadra».
Non riesce ad accettare coach Londero di non rivedere più Matteo palleggiare la palla a spicchi o tirare una tripla. «È un dolore immenso – prosegue –, senza fine. Da quando al mattino ho appreso la notizia della sua morte, lo penso continuamente. Sono vicino a tutta la famiglia, ai genitori, al fratello, e a tutte le persone che volevano bene a Matteo e che sono tante. Da padre posso solo immaginare il dolore che stanno vivendo. Non riesco a darmi una spiegazione per quanto sia accaduto, fa troppo male».
Al dolore per la morte del ventenne si sono unite anche le società Rugby Gemona-The Black Ducks e Udine, dove il fratello di Matteo milita nell’under 16, a cui si è aggiunto anche il Comitato rugby Fvg. «Non crediamo che le nostre parole possano lenire un dolore così grande – si legge in una nota rivolta ai familiari –, ma sappiate che le società vi saranno sempre vicino quando ne avrete bisogno. Siamo con voi con il cuore e con tutto il nostro affetto».
Matteo andava spesso al campo a vedere le partite del fratello più piccolo, spronandolo a dare sempre il meglio durante gli allenamenti e le partite. Si divertiva a vederlo giocare condividendo con lui la passione per lo sport. «È un dolore grande, che non si riesce a spiegare a parole. Un dolore per tutta Gemona» dice ancora chi conosce bene la famiglia Pittana.—
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