La pasta fresca di Antichi Sapori Una scommessa lunga 25 anni
la ricorrenza
Ha “creduto” nella pasta fresca quand’era ancora un’abitudine poco conosciuta sulle tavole dei pordenonesi e dalla città la diffonde in Italia e all’estero. Pur producendo in quantità importante, mantiene una lavorazione del tutto artigianale. Ed è così da 25 anni. Un compleanno che il pastificio Antichi sapori srl, conosciuto con il marchio “Antica Fabbrica”, compie proprio oggi.
Alla guida, da sempre, c’è Ervin Brisotto a cui, dall’anno successivo, si è affiancata Isabella Dal Grande, partner nel lavoro ma anche nella vita. Sposi nel 1999, hanno due figli: Nicole e Mirko.
Antichi sapori è nata a Sacile il 5 febbraio 1995 grazie a Ervin Brisotto e Antonio Follador: il primo si è dedicato alla pasta fresca, sebbene provenisse dal mondo della macellazione, e il secondo dal pane, come da tradizione di famiglia. L’attività è cresciuta velocemente: Follador ha deciso successivamente di seguire l’attività di famiglia nella sede di Prata, mentre Brisotto ha proseguito con la sola pasta fresca.
«Eravamo quasi gli unici, in quegli anni, a dedicarci alla pasta fresca – ricorda Ervin – e siamo cresciuti col passaparola». Nel 2012 la decisione di fare il grande passo e trasferirsi a Pordenone, nell’attuale sede di via Nuova di Corva. Scommessa vinta, tanto che il giro d’affari nel giro di due anni è praticamente raddoppiato.
Nel laboratorio si producono mediamente 700 chili di pasta al giorno, ma con il metodo artigianale; distribuiscono i loro prodotti in ristoranti e gastronomie.
I prodotti sono apprezzati anche all’estero: settimanalmente clienti dalla Slovenia, Croazia, Austria (tra i clienti, anche un ristorante stellato Michelin) e addirittura Olanda acquistano la pasta. Un’attività che dà lavoro a 10 collaboratori.
«In 25 anni la città è cambiata, così come i gusti e le tradizioni – afferma Ervin –. Quando nel 1995 ho aperto il laboratorio di pasta fresca nessuno avrebbe creduto che questa attività sarebbe cresciuta e avesse un futuro». —
L. V.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto