La principessa Elena d’Assia inaugura l’asilo di Mafalda

Ieri l’intitolazione della struttura dedicata alla figlia di Vittorio Emanuele III Il Comune ha voluto onorare la nobildonna che amava i bambini, morta in un lager 



. Scartati pedagogisti e narratori per l’infanzia, il Comune di Rivignano Teor ha scelto di intitolare l’asilo statale di Teor alla principessa Mafalda di Savoia. «Abbiamo approvato questa scelta – spiega il sindaco, Mario Anzil – dopo un’attenta valutazione della rosa di nomi che ci avevano proposto le maestre e fra cui c’era anche la figlia di Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro. La scuola esiste da tantissimi anni, ma non aveva una dedica».

Una ragione oggettiva per la singolare decisione è l’analogia con la scuola dell’infanzia statale di Rivignano, intitolata al Duca d’Aosta, grazie al cui lascito l’edificio fu costruito dopo la Grande Guerra. La scuola materna di Teor, già da qualche tempo, viene citata con il nome della secondogenita del re d’Italia, donna dedita alla famiglia e ai figlioletti, morta in campo di concentramento fra terribili sofferenze. Ma non c’era stata ancora la cerimonia ufficiale, che si è svolta appunto venerdì 21 giugno alla presenza di autorità civile e religiose, genitori, bambini e docenti. Madrina della manifestazione è stata la principessa Elena d’Assia, nipote di Mafalda, che l’amministrazione Anzil ha invitato dopo un’accurata ricerca degli eredi cui affidare il delicato compito di rappresentanza. «Con questa intitolazione – sottolinea Anzil – vogliamo ricordare tutte le vittime dei campi di concentramento e tutte le mamme che, come Mafalda, lasciarono, morendo, i propri bambini. Ricordiamo queste tragedie affinché non si ripetano».

Mafalda, nel lager, si comportò in modo generoso verso le altre internate e, prossima a morire, lasciò detto di voler essere ricordata come italiana, non come nobile. Aveva ereditato dalla madre il senso della famiglia, i valori umani, la passione per la musica e per l’arte. Durante il primo conflitto mondiale la troviamo con le sorelle in visita ai soldati feriti. Sposata con il principe tedesco Filippo, Langravio d’Assia-Kassel, per la nascita dei suoi quattro figli Hitler le conferì la croce al merito (il marito Filippo ebbe un grado nelle SS). Alla firma dell’armistizio, nel 1943, Mafalda che era all’estero sottovalutando il pericolo, decise di rientrare a Roma per congiungersi con i figli, sicura che i tedeschi l’avrebbero rispettata. Venne, invece, arrestata e deportata nel lager di Buchenwald, dove morì in modo atroce.

Quattro i suoi figli, fra cui Maurizio d’Assia, padre appunto di Elena, ora residente a Milano. Della 52enne principessa, imparentata con quasi tutte le case reali d’Europa, a Teor tutti si sono subito innamorati. Entusiasta delle bellezze del paesaggio – è stata accompagnata in una gita lungo il fiume Stella – e perfino dell’agriturismo Da Gastone, dove era ospite, la 52enne nobildonna si è intrattenuta amabilmente con tutti, dalle cuoche ai bambini. I quali le hanno naturalmente chiesto se vive in un castello e se ha cavalli e carrozze, facendola sorridere. «Ha detto che tornerà a trovarci», informa il sindaco. —



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