La protesta dei corrieri: "Aumento dei carichi di lavoro e penali fino a 30 euro per ogni pacco in ritardo"

I camion fermi nel piazzale, i pacchi caricati in attesa di consegna. E loro là con le braccia conserte, sul piazzale, decisi a bloccare tutte le consegne. È iniziata con l’agitazione di una sessantina di corrieri la giornata di lavoro oggi, giovedì 18 ottobre, alla Sda Express Courier di Feletto Umberto. Calzoni e maglietta di ordinanza, tutti maschi, alcuni al primo impiego, si sono raccolti a bordo strada esasperati dalle condizioni in cui sono costretti a lavorare. L’aumento dei carichi di lavoro e la dilatazione dei tempi li costringono a sostenere ritmi sempre più frenetici a fronte di uno stipendio dissanguato dalle penali. «Ci vengono comminate per i motivi più disparati – protestano – uno di noi, a fronte di un salario da 1.500 euro se ne è viste addebitare 1.300 dal datore di lavoro».
Il confronto, a tratti aspro, si tiene sui piazzale con i rappresentanti delle due cooperative per cui lavorano, la Sda e la Salerno trasporti, che escono a parlamentare con i corrieri e tentano di convincerli a salire sui mezzi e a riprendere le consegne, perché i clienti aspettano. È un pianeta semisconosciuto quello dei corrieri. Dietro a un furgone, a una maglietta brandizzata, a un pacco che tarda ad arrivare, c’è la storia di tanti ragazzi alle prese con la consegna di migliaia di pacchi. Sda movimenta ogni giorno decine di migliaia di merci di ogni genere e dimensione e, da quando si è aggiudicato il servizio per Amazon, il materiale commerciato attraverso gli acquisti online è cresciuto in maniera esponenziale.
«Una volta arrivavamo al lavoro alle 8, prendevano in carico le consegne e un’ora più tardi eravamo già in partenza – raccontano i corrieri – da qualche mese a questa parte i camion con la merce da distribuire arrivano dagli hub di Bologna e Milano sempre più tardi, inutile chiedere spiegazioni, ogni volta ci viene indicato un problema diverso, sta di fatto che partiamo anche alle 11, con una montagna di consegne da fare con le aziende che chiudono per la pausa pranzo. Ed è difficile far fronte agli impegni nei tempi previsti. Facciamo il possibile per rispettare la tabella di marcia, accumulando straordinari non retribuiti, aiutandoci fra noi, salvo poi vederci decurtare dallo stipendio penali che la cooperativa ci addebita».
Ogni penale sono 30 euro, possono essere inflitte quando il cliente propone un reclamo per la mancata consegna di un articolo, quando il corriere non si presenta sul posto di lavoro con la divisa di ordinanza, o anche solo quando la consegna dell’articolo, tracciato dal sistema di videolettura laser–scanner non viene comunicata in tempo reale, ma in un momento successivo.
«Non possiamo più lavorare in queste condizioni» ripetono i corrieri friulani, pronti a emulare le gesta dei colleghi milanesi che un anno fa scioperando avevano messo in ginocchio il centro di smistamento di Carpiano bloccando 70 mila pacchi, tanto che Sda e Poste italiane ne avevano ipotizzato la chiusura. La lunga trattativa sul piazzale condotta dai responsabili della cooperative è riuscita a far ripartire i furgoni ieri poco prima di mezzogiorno. Di parlare con la stampa non ne vogliono sapere. I lavoratori chinano la testa e partono con una promessa: «Ci hanno detto che per martedì i problemi saranno risolti, se non sarà così ci fermeremo». —
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