La rabbia dei beffati dalle banche: saranno rimborsati anche gli speculatori

Le associazioni degli ex soci bocciano il decreto attuativo. Puschiasis: favorito chi ha acquistato azioni dopo il crac

UDINE. Anche gli speculatori hanno accesso al rimborso a discapito dei veri truffati, nella maggior parte dei casi anziani. È stato così bocciato il Fondo indennizzi ai risparmiatori (Fir). La stroncatura non arriva dall’Unione europea – per il momento –, ma dalla cabina di regia istituita dal Mef, della quale fanno parte le associazioni di tutela dei risparmiatori, tra cui la udinese Consumatori Attivi, dopo aver letto il decreto attuativo.

Una beffa nella beffa. Il malcontento è tale che i rappresentanti degli azionisti delle banche venete si sono riuniti nella Federazione delle associazioni a tutela del risparmio tradito. Ieri a mezzogiorno scadeva il termine che i due sottosegretari alle Finanze, Massimo Bitonci e Alessio Villarosa, avevano concesso alla cabina di regia per presentare le proprie osservazioni.

Ne è uscito un documento durissimo che smonta punto per punto il decreto attuativo, esordendo con una stoccata: «Ci troviamo con una norma di fonte primaria, che presenta forti criticità – scrivono i rappresentanti della cabina di regia nella loro osservazioni –: sostanzialmente pare evidente che è stata riscritta da alcuni rappresentanti di associazioni collaterali al governo, come peraltro dichiarato dal vice premier Di Maio nell’assemblea di Vicenza del 9 febbraio, al di fuori dalla cabina di regia istituita presso il Mef e comunque in sedi non istituzionali».

Le critiche ricadono sul concetto di “truffa oggettiva di massa” che, per la sua novità, comporta importanti difficoltà applicative, ma anche sull’onere della prova, lasciato interamente a carico dei risparmiatori (mentre i proclami iniziali parlavano di una domanda facile da compilare che tutti avrebbero potuto presentare in autonomia).

C’è poi il nodo di quello che era un acconto del 30 per cento e nella nuova versione diventa invece il saldo finale. Dubbi anche sui tempi e sulla mancata risposta all’Ue che aveva sollevato perplessità sull’operazione, assimilabile a un aiuto di Stato.

Ma le associazioni sono rimaste di sasso davanti alla possibilità per gli speculatori di accedere al rimborso. «L’articolo 3 della bozza di decreto attuativo prevede che possano chiedere l’indennizzo al fondo i risparmiatori, i successori mortis causa e gli aventi causa – ha spiegato Barbara Puschiasis, presidente dell’associazione Consumatori attivi e membro della cabina di regia al Mef –. Gli aventi causa sono coloro che hanno acquisito dai “risparmiatori” la proprietà degli strumenti finanziari delle banche in liquidazione successivamente alla data del provvedimento di messa in liquidazione».

Vale a dire che uno speculatore, che ha acquistato le azioni dopo il crac, ha il medesimo diritto di accedere al Fondo di un socio, per esempio, della Popolare Udinese. «Quindi – ha tratto le conclusioni Puschiasis – se qualcuno ha fatto incetta di azioni tra la data di messa in liquidazione e quella della presentazione della domanda di indennizzo al Fondo, così speculando, può chiedere l’indennizzo. E a che valore? A quello originario di acquisto prima della liquidazione. Sarebbe lo scandalo nello scandalo. E meno male che la norma doveva tutelare i risparmiatori e non gli speculatori».

La pubblicazione della versione definitiva del decreto attuativo dovrebbe avvenire in breve. Passati trenta giorni, sarà dato il via libera al secondo decreto attuativo, quello che istituisce la Commissione chiamata a valutare le domande. Un altro mese per l’entrata in vigore, e scatterà il via ai 180 giorni per presentare le domande (dovremmo essere arrivati a giugno, luglio al massimo).

Chiusa la finestra temporale per le richieste, sarà la volta dei risarcimenti, al via da settembre (anche qui con lo scarto possibile di un mese). Ma ormai pare evidente che le aspettative dei risparmiatori sarebbero state tradite. Anche perché pare che il Fondo, «che dovrebbe disporre di ben 1,5 miliardi di euro, in verità arriva sì e no a 500 milioni per il 2019», come scrivono le associazioni nelle loro osservazioni. Consumatori Attivi ha già fissato un convegno, sabato alle 9.30 a Udine in sala Valduga, per affrontare il tema.

 

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