La Regione non paga, medici in agitazione
PORDENONE. La misura è colma e i nodi sono arrivati al classico pettine. «Direi che il tempo è quasi scaduto e i medici di famiglia sono davvero stanchi di attendere invano risposte certe e coerenti dalla Regione e anche dall’Azienda sanitaria - dichiara Rosario Magazzù, segretario provinciale della Fimmg, una delle maggiori organizzazioni sindacali della medicina generale -. Quello che faremo lunedì sarà un incontro per raccogliere la forte contrarietà dei colleghi e decidere eventuali iniziative».
Il nodo del contendere sono i maggiori costi che molti medici di famiglia stanno sostenendo ormai da alcuni anni ottemperando al progetto di potenziamento della medicina territoriale attraverso la medicina associata.
Diversi medici di medicina generale hanno infatti dato vita alle associazioni di studio creando in questo modo ambulatori in cui i pazienti possono recarsi con la certezza di ricevere assistenza dal proprio medico di fiducia o, in sua assenza, da un collega.
I medici hanno anche provveduto ad assumere personale di studio per la compilazione delle ricette ripetibili e, in alcuni casi, fissare prenotazioni di visite. Maggiori costi che la Regione si era impegnata a riconoscere. La qual cosa è avvenuta però solo in parte.
Sono alcune centinaia in Friuli Venezia Giulia e diverse decine in provincia di Pordenone, i professionisti che stanno attendendo, e fino ad ora invano, che la Regione mantenga gli impegni e riconosca ai medici questi rimborsi spese.
«Oltre ai costi diretti relativi al personale, come stipendi e contributi - prosegue Magazzù - ci sono oneri accessori come l’Irap o quelli legati alla sicurezza sul lavoro che oggi i medici devono sostenere a fronte del nulla. Una situazione insostenibile che sta andando avanti da troppo tempo di fronte alla quale i medici stanno pensando di fare marcia indietro rispetto alle associazioni, licenziando il personale dipendente. Credo sia evidente come una decisione di questo tipo comporterebbe un passo indietro per l’assistenza territoriale e un maggiore disagio per gli utenti che vedrebbero venire meno un servizio che ha dato ottimi risultati. Una retrocessione di cui la Regione è la prima responsabile e che rappresenterebbe anche il mancato riconoscimento di quanto previsto dalla legge 189 del 2012, meglio nota come decreto Balduzzi - rimarca Magazzù -. Ma di fronte al perdurare del silenzio della Regione, i medici davvero non hanno altra scelta. Per cui - avverte il segretario della Fimmg - in assenza di risposte adeguate da Trieste e dall’Ass, a breve assisteremo ad una retrocessione nell’organizzazione della medicina territoriale a discapito soprattutto delle persone anziane e fragili. A me pare - chiosa Magazzù - che questa sia una vera emergenza per il nostro territorio, altro che il nuovo ospedale».
Domani, alle 20.30, nella sede dell’Ordine dei medici di Pordenone, la Fimmg ha convocato i medici di medicina generale per un incontro nel corso del quale si decideranno le possibili azioni di protesta della categoria.
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