La Regione ridisegna la mappa delle partecipate
UDINE. I segnali che il credit crunch era alle porte c’erano tutti. Ma la politica del Fvg non è stata capace di mettere in atto quelle contromisure che avrebbero potuto ridurre l’impatto della crisi sul sistema produttivo regionale.
L’analisi è dell’economista Fulvio Mattioni, che ieri, ospite dell’Associazione Friuli Europa (Afe), ha messo in evidenza le responsabilità del sistema politico e l’incapacità di intervento delle partecipate regionali a sostegno delle imprese. Partecipate che, il vicepresidente della giunta regionale Sergio Bolzonello ritiene vadano decisamente ripensate.
Al convegno ospitato nella sede udinese della Camera di Commercio sono intervenuti anche il presidente di Afe Renzo Pascolat, il vicepresidente Pietro Arduini e il segretario generale Cisl Udine Roberto Muradore. Proprio da Arduini è arrivata la proposta di creare un fondo “paga debiti” dato in gestione a una finanziaria regionale, con il compito di saldare i crediti vantati dalle imprese.
Un’ipotesi accolta con favore da Bolzonello, che ha anticipato come la Regione stia lavorando a un sistema molto simile a quello ipotizzato da Arduini.
A entrare nel vivo del tema della serata, il credit crunch, è stato Mattioni. «I prestiti vivi alle imprese Fvg, a marzo 2013 – ha affermato – sono calati di quasi 815 milioni di euro rispetto al marzo 2012 (-4,7%) e di ben 1.293 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2011 (-5,5%)».
Un calo già evidenziato nel giugno 2012, con percentuali superiori al 5%: «Era il caso di preoccuparsene già allora – ha chiarito Mattioni – e, con celerità, di azionare il credito pubblico». Tra il 2008 e il 2012, i prestiti alle famiglie sono cresciuti del 29%, quelli alle imprese sono diminuiti del 7,9%.
«La crescita dei prestiti alle famiglie e il calo di quelli alle imprese – si è chiesto l’economista – è un buon segnale o è la fotografia di due crisi in atto o meglio di tre, aggiungendo anche quella di una politica incapace di comprendere la realtà?».
Mattioni si è soffermato anche sulla contrazione dell’attività di alcune delle partecipate regionali specializzate nell’erogazione del credito: Mediocredito, Frie, Friulia e Finest. Tra il 2008 e il 2012 i finanziamenti concessi sono passati da 879 milioni di euro a 354 milioni (meno 59%). Dati che, per l’economista, evidenziano «il tracollo di operatività» di Mediocredito e Finest e «l’inadeguatezza» di Friulia.
Diverso il discorso per il Frie, capace di ottenere una buona ripresa dopo il 2009. «Il Fvg – ha chiuso Mattioni – è un caso unico di Regione con una banca a breve termine che si impegna a fare un buco di 50 milioni di euro nel proprio bilancio per ricapitalizzare le perdite attese da Medriocredito».
Sul tema delle partecipare Bolzonello non si è risparmiato: «Frie è l’unico strumento del credito che ha fatto bene e che potrà fare ancora meglio. Ha dato risposte importanti e per questo sarà irrobustito. Friulia credo debba ritrovare la sua funzione originaria e quindi individuare quegli investitori in grado di supportare le aziende strategiche. Deve riappropriarsi di una funzione di merchant bank».
Per Mediocredito Bolzonello ipotizza tre vie: trasformazione in banca a breve termine per sostenere le Pmi, avvicinamento al modello del Trentino Alto Adige, oppure vendita. «Finest invece – conclude il vicepresidente – va portata all’interno di Friulia».
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