La ricetta della centenaria: pregare e lavorare sempre

TAVAGNACCO. Raggiungere il fatidico traguardo del secolo di vita nel pieno della pandemia, protagonista di una festicciola – se si può definire tale – tra pochi intimi e con il viso coperto da una mascherina.
Ma è stato un momento di gioia perché il desiderio espresso – un bel piatto di polenta e frico – si è realizzato.
Il compleanno speciale di Gilda Ierset – nata il 2 maggio 1920 a Pulfero e che ha spento quindi cento candeline – è stato ancor più “diverso” da tutti gli altri.
«Ogni anno facciamo una grande festa per lei, con tutta la famiglia – spiega la figlia Gianna, che vive con la mamma in via Molin Nuovo, a Cavalicco –, questa volta ci siamo dovuti limitare per l’emergenza sanitaria, con saluti scaglionati di amici e parenti».
Ha portato i suoi auguri alla centenaria anche il sindaco di Tavagnacco, Moreno Lirutti, che ci teneva a festeggiarla. «Il suo mazzo di fiori è stato un bel pensiero – commenta emozionata Gilda –, ma appena il virus sarà passato ci ritroveremo e organizzeremo qualcosa di più bello».
Il coronavirus ha scombinato i piani della famiglia e cambiato le abitudini di Gilda, che «si informa ogni giorno guardando i telegiornali e leggendo il Messaggero Veneto – racconta Gianna –. Abbiamo parenti a Brescia e anche loro ci aggiornavano telefonicamente sulla situazione difficile che stavano vivendo».
«Non ho mai visto nulla di simile e un po’ questa situazione mi ha impressionata – conferma Gilda –. Speriamo che finisca presto». In queste giornate è stata tranquilla a casa, al sicuro, e anche la preghiera – da fervida credente – le ha fatto bene, le ha dato sollievo.
Gilda, per una vita intera casalinga e contadina, ha sposato Antonio, mancato nel 1974, da cui ha avuto Gianna e Lucia, e si è trasferita dalla zona delle Valli del Natisone a Tavagnacco dopo il terremoto del 1976.
«Qui abbiamo un orto grande e ancora oggi, quando se la sente, fa anche la sua piccola camminata – aggiunge la figlia –. Ma, in generale, è stata fortunata: non ha mai avuto problemi di salute e anche la genetica è dalla sua parte. L’ha aiutata di certo fare una vita regolare».
Gilda viene da una famiglia contadina ed è parte di una “squadra” di sette fratelli: uno di loro è mancato a 96 anni, ma le sta accanto ancora una sorella, che ha un anno e mezzo meno di lei.
Il segreto della longevità? «Mangiare poco e di tutto, pregare e lavorare sempre», assicura Gilda. Figlie, genero, nipote e pronipote hanno anche lasciato una dedica alla splendida centenaria: «Quante cose i tuoi occhi hanno visto, belle e brutte. Rimaniamo colpiti dalla tua grinta e dalla tua memoria, ancora buona: è incredibile sentire i tuoi racconti di una volta come fossero accaduti l’altro giorno. Ora tutti insieme ci uniamo attorno a te per l’ennesimo ricordo: un grande abbraccio».
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