La ricevuta di ritorno? Un mese per fare pochi chilometri

La protesta di una lettrice: ho spedito una raccomandata a Pordenone il 30 ottobre, ieri è arrivato il “riscontro”
ROVEREDO. Nuovo episodio di disagi con il servizio postale a Roveredo. A finire sotto la lente d’ingrandimento, stavolta, non è il recapito delle fatture o delle bollette, ma l’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno.


Una lettrice del M
essaggero Veneto
riferisce di aver spedito un plico, attraverso questa formula (al costo di circa 7 euro), dalla filiale di Roveredo a un indirizzo di Pordenone il 30 ottobre. La spedizione è avvenuta poco dopo l’orario di apertura dell’ufficio postale, tuttavia – complice forse il ponte di Ognissanti – il destinatario ha ricevuto il contenuto appena il 7 novembre, come dimostra il timbro sulla ricevuta di ritorno messo dall’incaricato alla distribuzione. La stessa ricevuta, che attesta al mittente l’effettiva consegna della missiva, è stata restituita alla signora appena ieri, un mese esatto dopo l’invio.


«Si trattava di documenti importanti – spiega la donna –, relativi a una possibilità di assunzione lavorativa. È pur vero che fa fede la data d’invio della raccomandata, ma sembra incredibile che ci siano volute più di quattro settimane per avere un riscontro, a maggior ragione considerato che il luogo d’invio e di ricezione della posta distano una manciata di chilometri tra loro».


Della questione Poste si era interessata in prima persona il sindaco Mara Giacomini, che si era mossa già ad aprile 2016 chiedendo per iscritto all’azienda di rinunciare alla consegna delle missive a giorni alterni. Successivamente, il primo cittadino ha partecipato assieme ad altri colleghi della provincia a un incontro in prefettura, durante il quale, oltre a far presenti le difficoltà comportate dalla diminuzione della frequenza di consegna della posta, ha cercato di capire quali fossero le azioni da intraprendere per contrastare il disservizio, fermo restando la necessità di muoversi a livello istituzionale “collettivo” per ottenere dei risultati concreti.


Al rappresentante territoriale del governo si era rivolto anche il sindaco di Porcia, Giuseppe Gaiarin, per segnalare l’esistenza degli stessi disguidi anche nel comune limitrofo a Roveredo.
(m.pa.)


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