La riqualificazione dell'immobile conviene
UDINE. Trasformare vecchi edifici in residenze ad alta sostenibilità energetica è un sogno realizzabile senza necessariamente dover spendere un patrimonio.
Anche perché, la riqualificazione di un immobile rappresenta oggi un investimento a lungo termine, che in un periodo di crisi come quello che investe tuttora il settore del mattone, può garantire maggiore competitività.
Per il recupero, la riqualificazione e il riuso del patrimonio immobiliare privato in stato di abbandono o sottoutilizzato, la Regione stanzia finanziamenti che permettono di coprire le spese per interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo.
Al contributo possono accedere persone fisiche, ma anche soggetti privati come imprese, società di capitali e di persone, associazioni e onlus, a patto che siano proprietari, anche pro quota, dell’immobile, o che lo posseggano, ad altro titolo, nei limiti in cui è loro riconosciuto il diritto ad eseguire l’intervento.
Il contributo viene erogato per le strutture in stato di abbandono, con qualsiasi destinazione d’uso – è necessario comunque presentare la documentazione che ne attesti l’inagibilità – oppure poco utilizzate. In questa categoria rientrano proprio gli edifici residenziali non occupati o “abitati” da un numero di soggetti inferiore al 30 per cento rispetto alla massima capacità insediabile, secondo i parametri precisati nell’articolo 6 della legge regionale 44/1985.
Sulla base delle priorità, sarà possibile accedere ai contributi che corrispondono al 50 per cento della spesa per la parte effettivamente a carico del richiedente. Se ad accedere al bonus regionale è un privato diverso dalle persone fisiche il contributo non potrà essere superiore a 30 mila euro per alloggio residenziale, mentre per quanto riguarda gli interventi attuati da persone fisiche, il sostegno non potrà superare i 40 mila euro ad alloggio.
L’incremento della classe energetica, come quello per aumentare la sicurezza sismica dell’edificio sono in cima alla classifica delle priorità per l’assegnazione dei contributi, seguono poi la destinazione degli alloggi a “prima casa” e gli interventi di “edilizia convenzionata” o quelli realizzati da soggetti diversi dalle persone fisiche, con sede legale oppure operativa in regione da almeno un anno.
Infine saranno considerati come parametri il minor peso percentuale del contributo pubblico in rapporto al costo dell’intervento, il maggior numero di alloggi da realizzare e il versamento dei tributi nel territorio della Regione.
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